La nuova categoria Bambini in AppStore
A poche settimane dall’introduzione della nuova categoria Bambini dell’App Store – che ha aperto i battenti il 23 settembre scorso, in contemporanea con il lancio del nuovo sistema operativo iOS 7 – siamo andati a vedere quali novità ha introdotto Apple e che vantaggi ne derivino per i genitori. Abbiamo inoltre chiesto ad alcuni sviluppatori cosa pensassero di questa nuova categoria, dedicata agli under 13.
Come era stato anticipato da Apple la scorsa estate nella Conferenza degli sviluppatori, le applicazioni che hanno accesso a questa nuova categoria dello store si suddividono in base a tre fasce d’età: sotto i 5, tra i 6 e gli 8 e tra i 9 e gli 11 anni. Le applicazioni presenti hanno una categoria primaria assegnata (come Istruzione, Giochi o Libri) ma, se conformi ai requisiti prestabiliti, possono apparire anche nella categoria Bambini. Quanto alla suddivisione per età, lo sviluppatore può selezionarne solo una: ed è questa, forse, una regola un po’ limitante, perché esistono app che coprono contemporaneamente fasce d’età diverse in modo efficace.
Quali caratteristiche deve avere un’app per poter stare a buon diritto nella categoria Bambini?
Per fornire delle indicazioni puntuali agli sviluppatori che vogliono veder pubblicati i propri titoli anche in questa sezione, Apple si è ispirata alle regole del COPPA (Childrens Online Privacy Protection Act, legge americana che tutela la privacy dei minori sul web) e ha quindi stabilito che le app rivolte ai bambini sotto i 13 anni:
- devono includere una “privacy policy”, che spieghi quali dati vengono raccolti dall’applicazione e come questi vengono utilizzati; inoltre, non devono richiedere e raccogliere informazioni personali sui bambini, se non dietro consenso del genitore;
- non devono contenere pubblicità basata sul comportamento dell’utente e profilata;
- non devono proporre acquisti in-app;
- devono richiedere un’autorizzazione del genitore per uscire dall’app mediante un link.
Occorre precisare che le app della categoria Bambini possono sì continuare a contenere la richiesta d’informazioni, registrazioni e proposte di acquisti in app, ma è necessario il superamento di un “parental gate”, cioè uno sbarramento che può essere superato da un adulto e che può consistere nel digitare un codice, rispondere a una domanda, compiere dei gesti con le dita…
Come impattano le nuove regole sugli sviluppatori?
Per gli sviluppatori di app per bambini più affermati sul mercato attenersi a queste nuove regole di fatto non comporta grossi sforzi, in quanto già allineati con le indicazioni del Coppa; si pensi, per esempio a marchi come Disney, Mindshapes o Toca Boca, leader nel settore, che già da tempo pubblicano in App Store le loro app attenendosi a quei requisiti. Le cose cambiano invece per gli sviluppatori che fino ad oggi sono ricorsi a espedienti più o meno eleganti per indurre i bambini ad acquisti in-app o per raccogliere informazioni su di loro. È evidente che se non si adegueranno apportando modifiche ai prodotti già online, non potranno accedere alla nuova categoria “protetta”, dove i bambini possono scegliere con serenità (dei genitori) le app che preferiscono.
Per Massimo Mauri, managing director di Ebooks & Kids – sviluppatore italiano che pubblica le proprie applicazioni educative in Europa, Asia e USA – l’arrivo della nuova categoria è sicuramente un’ottima notizia, a partire dalle opportunità di visibilità che offre: “Siamo stati inseriti tra le migliori app della nuova sezione in diversi paesi e abbiamo riscontrato subito un incremento nelle vendite”. Ma la nuova categoria spinge anche gli sviluppatori a migliorare i propri prodotti: “Apple sta facendo un lavoro di grande qualità nel testare e selezionare le app, con un’analisi che va al di là del mero funzionamento tecnico e di sviluppo. – continua Mauri – Questo ci spinge a fare il nostro lavoro sempre meglio, curando i minimi dettagli.”
Concorda sulla bontà dell’iniziativa anche Giacomo Ambrosi di Elastico – sviluppatore italiano di bookapp di successo come Pinocchio e Ulisse: “Non siamo ancora presenti nella categoria perché stiamo ultimando la privacy policy. Nella sostanza però le nostre app da sempre sono conformi ai requisiti imposti da Apple, come l’assenza di acquisti in-app e di pubblicità, che non sono opportuni in applicazioni rivolte ai bambini.” Benvengano quindi le nuove regole che Ambrosi spera siano presto adottate anche dagli store dell’universo Android, perché “se Samsung ha una categoria dedicata ai bambini, con requisiti simili a quelli introdotti da Apple, Google Play da questo punto di vista rimane indietro. Inoltre – puntualizza Ambrosi – bisognerà fare una riflessione sui gate parentali, che in alcuni casi non sono adeguati all’età dei bambini e rischiano di essere facilmente bypassati”.
In generale gli sviluppatori concordano sul fatto che l’imposizione di regole più stringenti comporterà una selezione naturale e finirà col premiare i prodotti più curati, offrendo a questi ultimi una vetrina privilegiata – elemento essenziale in uno store che nel 2013 veleggia verso il milione di applicazioni – e ai genitori la possibilità di scegliere app con la garanzia di tutela della sicurezza e privacy dei propri figli.
Come si presenta la nuova categoria Bambini?
Entrando nella nuova categoria Bambini (che, ripetiamo, non coincide con quella di Istruzione) si apre una colorata vetrina, introdotta da uno slider e suddivisa in quattro sezioni orizzontali. Queste ultime corrispondono alle tre fasce d’età sopra citate (di cui propongono il meglio) e a una proposta selezionata di Giochi.
Nella vetrine, oltre ai link diretti alle app, troviamo anche dei banner che possono rimandare a delle sezioni “tematiche” (che troviamo elencate anche nel menù “Link Veloci” sulla destra e che sono: Crea e Gioca, Esplora il mondo, Storie interattive per bambini, Forme e colori, Prime parole e primi numeri, Imparare divertendosi) o a delle raccolte di app di un singolo sviluppatore, enfatizzandone così la specializzazione e l’orientamento child-friendly.
In conclusione
La creazione di questa categoria in app store è una novità importante per orientare i genitori nella scelta delle app più adatte ai propri bambini. L’abbiamo osservata nei suoi primi giorni online e ci è sembrata in via di assestamento: per esempio, alcuni Link Veloci che erano apparsi all’esordio, sono ora scomparsi. L’abbiamo navigata in lungo e in largo per capirne l’attuale portata in termini numerici e per vedere tutte le app effettivamente presenti: utilizzando il menù sulla destra (Link Veloci) ne contiamo 127. Non molte, forse perché – come giustamente suggeriva Ambrosi – molti sviluppatori stanno adeguando le proprie app.
Ci risulta tuttavia ancora poco chiaro il criterio di scelta per la proposta della selezione “Le migliori app” di ciascuna fascia d’età: se alcune sono effettivamente “il meglio di”, altre sembrano selezionate più in base alla popolarità del brand o al numero di download (che non coincide sempre con la qualità).
Gioverebbe anche ai genitori conoscere le linee guida che regolano non solo l’accesso alla categoria, ma anche la loro proposta o valorizzazione in questa utile vetrina dell’App Store. Soprattutto perché l’offerta è nel tempo destinata ad aumentare e quindi la visibilità in quegli spazi diventerà sempre più preziosa e influente sulle scelte dei genitori e sui volumi dei download.