3 cose da sapere se vuoi usare le app educative con i tuoi bambini
L’attività di Mamamò è in buona parte destinata alla recensione di contenuti digitali per bambini, in particolare di app educative e d’intrattenimento. Queste ultime, dedicate al gioco o alla visione di contenuti multimediali, vengono utilizzate in autonomia e con piacere dai bambini. E’ facile notare come con disinvoltura passino da un’app all’altra con un semplice tap sugli accattivanti loghi schierati sullo schermo del tablet. Il tempo di utilizzo di ciascuna applicazione, soprattutto per i bambini più piccoli, è abbastanza ridotto, ma aumenta con l’età dei bambini, grazie a una crescente capacità di concentrazione e al progressivo affermarsi di gusti personali.
In questo articolo vogliamo però parlare dell’utilizzo delle app educative, quelle per intenderci che insegnano ai bambini a contare, a riconoscere le lettere, le forme geometriche, un nuovo idioma, le scienze e la natura… quelle insomma che crediamo in grado non solo di intrattenere ma anche di aumentare le conoscenze, le capacità e le competenze dei nostri bambini.
Certo, esiste un selezionato numero di app in cui la finalità educativa è talmente diluita in un game play accattivante da risultare per i bambini puro gioco… ma le app che tradizionalmente scarichiamo, magari per supplire a una lacuna scolastica o per rafforzare una certa competenza, fanno raramente parte di quel gruppo.
1 – Che bello imparare! Le app educative per i più piccoli funzionano, ma non confondiamo una reale esperienza educativa con un momento di distrazione—
Il discorso fatto sopra può essere parzialmente smentito se prendiamo in considerazione le app per i bambini di età prescolare, in cui grafica, sound design e illustrazioni concorrono a creare esperienze tanto piacevoli da essere ricercate dai più piccoli anche per un utilizzo autonomo. Gratifiche sonore, animazioni, giochi di colori e interazioni stimolanti assecondano la finalità educativa di app che vogliono insegnare concetti semplici (i nomi e i versi degli animali, il rapporto causa effetto, l’individuazione di sagome…) e stimolare attraverso il gioco lo sviluppo di competenze di base (logiche, linguistiche, numeriche…).
Insomma, fino a qui è ancora legittimo pensare che se mettiamo nelle mani del nostro bambino per un lasso controllato di tempo un tablet con una buona app educativa a disposizione, abbiamo fatto centro: si diverte e impara, in più è intrattenuto. Non è infatti un caso se negli appstore, nella categoria “Istruzione”, i titoli a disposizione siano soprattutto quelli per i bambini in età prescolare.
Ma attenzione, la dimensione socializzante e il contesto d’uso sono fondamentali perché un’app costruisca un’esperienza educativa e non un momento di distrazione >>>> leggi l’articolo: Quando le app educative sono davvero utili?
2 – Clash of Clans vs le tabelline: una sfida impari! Le app per videogiocare piacciono ai bambini in età scolare più di quelle per imparare–
Le cose cambiano però col passare del tempo, quando l’impegno scolastico e lo sforzo di apprendimento sono strutturati nel quotidiano e quando le competenze digitali dei bambini (così come le loro aspettative nei confronti di un contenuto multimediale) sono cresciute.
Se è facile osservare come i nostri bambini possano passare ore con il tablet giocando a Clash of Clans e a Fifa 16, difficilmente lo stesso avverrà se nelle loro mani mettiamo un’app per imparare le tabelline. E’ quasi scontato che, se lasciati soli alle prese con il tablet e un’app educativa, dopo pochi minuti si lascino distrarre da altri contenuti e applicazioni in cui la dimensione multimediale e ludica viene sfrutatta con finalità di puro intrattenimento (leggi, videogames).
I gusti si sono infatti nel frattempo focalizzati, le nozioni scolastiche si sono complicate e i contenuti delle app educative per quanto “gamificati” assomigliano molto a ciò che viene proposto nelle ore di scuola. A meno di non aprirsi a un discorso complesso di insegnamento mediante serious game (peraltro sperimentati in alcune realtà scolastiche anglosassoni), il divario tra un contenuto digitale educativo e un videogioco (a cui in questa età i bambini iniziano ad accedere anche attraverso le console) si fa sempre più ampio. E lo spostamento verso il secondo è naturale e difficile da non giustificare quando abbiamo a che fare con dei ragazzini.
3 – Giocate allo stesso gioco! Un utilizzo guidato delle app educative può servire con bambini in età scolare–
A questo punto, ci si potrebbere chiedere, che probabilità di successo abbiamo se scarichiamo un’app educativa per un bambino di età scolare? L’esperienza ci dice che avremo successo se la utilizziamo insieme a lui, illustrandogli i vantaggi che può offrire (è utile ma è più divertente di un semplice libro di testo), e se la inseriamo con onestà nel suo percorso educativo e scolastico.
Le app di Edoki Academy, per esempio, sono un validissimo supporto per l’insegnamento della matematica ai bambini delle elementari. Quelle di Touch Press possono essere uno strumento alternativo per scoprire la storia e le scienze naturali. La straordinaria Pierre et le loup di France Television è un modo intuitivo e interattivo di insegnare gli strumenti musicali ai bambini, oltre che un’occasione per avvicinarli alla musica.
In questi titoli la multimedialità viene sfruttata per spiegare in modo dinamico i fenomeni, le interazioni possono potenziare la comprensione di un processo, un’animazione può semplificare la spiegazione di un evento.
I nostri bambini useranno queste app in autonomia? Alcuni sì, altri no, la risposta sarà soggettiva, ma in linea di massima un utilizzo approfondito e completo di questi contenuti avverrà soprattutto se a coordinare l’esperienza ci sarà un adulto, un educatore o un genitore. Insomma, persa l’illusione che per ogni problema esiste un’app risolutiva, resta che anche i device e i contenuti digitali per essere utili devono essere selezionati, capiti e condivisi.