Horizon Zero Dawn – L’avventura di Aloy
Horizon Zero Dawn ha una cosa in comune con diversi videogame di questi ultimi tempi: un mondo che riparte da zero. Come una sorta di desiderio inconscio collettivo; la sensazione di essersi spinti un po’ oltre e il desiderio di fare un reset nella speranza di ripartire con una vita – forse – più difficile (con molte meno comodità) ma che ci offre la possibilità di entrare maggiormente in contatto con la nostra natura umana. Siamo quindi nell’ennesimo mondo post apocalittico. Senza svelare troppi dettagli per non rovinare la sorpresa, in Horizon Zero Dawn è la natura ad essersi ripresa ciò che l’uomo, nella sua smodata ambizione, aveva consumato.
I sopravvissuti nel tempo si sono dimenticati del vecchio mondo tecnologico (la natura stessa lo ha seppellito) e si sono organizzati in tribù e si sono emarginati; la giovane Aloy è l’eroina (del gioco) che cerca di emanciparsi, forte del desiderio di scoprire il mondo alla ricerca della sua vera identità.
Qualcosa del mondo antico è però stranamente rimasto: l’attuale pianeta, meravigliosamente selvaggio e ricco di vegetazione, è popolato da una pericolosa fauna robotica.
Avventura matura
Prima di proseguire oltre è bene precisare che Horizon Zero Dawn è un Pegi 16, disponibile in esclusiva per PlayStation 4. Siamo in un mondo bello da vedere ma anche in cui è difficile vivere, in cui si combatte per la sopravvivenza. Anche dal punto di vista narrativo la vicenda è intrigante, coinvolgente ma adatta a partire dai 12 anni. Lo può apprezzare al meglio la persona che va oltre l’aspetto ludico, che cerca di entrare in empatia con la protagonista ed il mondo di gioco: solo così si coglie ogni sfumatura, altrimenti si finisce per andare da un punto all’altro della (grande) mappa di gioco per completare missioni ed affrontare qualche dino-robot.
Se ci si ferma ogni tanto e si fa qualche passo con calma, ci si rende conto – tanto per fare un esempio – che Horizon Zero Dawn offre dei panorami veramente mozzafiato, ed allora è impossibile non sentirsi ancora più vicini al senso di libertà tanto agognato da Aloy.
Arco e frecce
Per quanto riguarda il gameplay Horizon Zero Dawn è un’avventura fatta di esplorazione, combattimento e un po’ di gioco di ruolo: si può infatti interagire con i personaggi che incontreremo nei vari villaggi ed inoltre si potranno recuperare risorse per migliorare le proprie abilità ed il proprio armamentario che non si compone soltanto del classico arco con frecce.
Horizon Zero Dawn è un gioco open-world in cui più o meno si può andare dove si vuole. I compiti da intraprendere sono divisi in missioni primarie e secondarie: quelle primarie fanno proseguire nella storia principale, quelle secondarie permettono di recuperare oggetti extra e/o approfondire ulteriormente la vicenda per scoprire diversi retroscena.
Nel suo insieme Horizon Zero Dawn offre diverse ore di gioco, ed è piacevole notare come le missioni facoltative non sembrino soltanto dei banali riempitivi come spesso accade in altri videogame simili.
In viaggio tra monti e radure
Il lavoro grafico fatto per Horizon Zero Dawn è tra i migliori che si sia visto in questa generazione di console. Oggi una grafica molto realistica non stupisce più come una volta, tuttavia sono altri i particolari a restare impressi: certi giochi di ombre, certi orizzonti che compaiono superando alcune sezioni, il passaggio dalla notte al giorno, il frame-rate che si mantiene pressochè costante, tutte cose che Horizon Zero Dawn non si fa mancare e che, anzi, propone al meglio.
A suo tempo qualche critico aveva lamentato una non così eccezionale espressività dei personaggi che si incontrano nel corso dell’avventura: un dettaglio che può effettivamente essere notato da qualcuno ma che, tuttavia, non inficia la generosità dell’intero pacchetto, a cui si unisce un comparto audio altrettanto ben curato.
In conclusione, Horizon Zero Dawn si può annoverare tra i videogame più interessanti attualmente in circolazione. Ovviamente è un gioco che richiede del tempo, non adatto a partitelle mordi e fuggi. Un’opera che diventa ancora più sublime per chi decide di lasciarsi rapire dall’atmosfera che emana.