Apex Legends, il nuovo Fortnite è tra noi

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50 milioni di giocatori conquistati in meno di due mesi. Una cifra da capogiro, considerando che i videogame che superano quota cinque milioni si contano sulla dita di una mano. Apex Legends è arrivato come un fulmine a ciel sereno: nessuno se lo aspettava, e quando Electronic Arts lo ha presentato al mondo un lunedì  di inizio febbraio, rendendolo poi subito disponibile, ha preso tutti di sorpresa, soprattutto il suo concorrente principale, sua maestà Fortnite.

Due gocce d’acqua?

La ricetta è esattamente quella di Fortnite: Apex Legends è un “Battle Royale”, un videogame multiplayer in cui i giocatori finiscono a gruppi di 60 su un’isola piena di armi e equipaggiamento e solo il più bravo (e il suo team) vincono. Apex forma automaticamente delle squadre da tre, quindi se non arrivate già in compagnia di amici vi trova lui dei giocatori con cui fare team e poi vi paracaduta sull’isola.

Se volete sopravvivere, la prima cosa da fare è trovare un’arma. Qua in Apex ci sono armi di tutti i tipi, con proiettili leggeri e pesanti, ed armi a raggi. Proprio come in Fortnite, l’isola è sempre la stessa, partita dopo partita, ma cambia la posizione degli oggetti: potete ragionevolmente aspettarvi di trovare dell’equipaggiamento in un edificio, ma una volta può essere una doppietta, quella dopo un’armatura – sì, ci sono anche le armature e i medikit, per curarvi, e fare un po’ di scorta è sempre una buona idea.

La grafica, come vedete dai video e le immagini in questa pagina, è da cartoon e molto colorata. Apex è uno sparattutto e sopravvive un team solo alla fine della partita, ma il clima non è pesante o “violento” come succede in altri giochi come Player Unknown’s Battleground, dove i toni sono più scuri e realistici. Ci si spara ed è facile essere “eliminati”, ma soprattutto ci si diverte.

Proprio come in Fortnite, le partite durano 15/20 minuti al massimo. E come Fortnite, si gioca senza dover pagare un centesimo, né alla prima né alla centesima partita.

Qualche differenza c’è!

I due giochi non sono totalmente identici: Apex ha una sua “anima”, ereditata dallo sparatutto Titanfall (ne sono usciti due episodi, su console e PC). Il mondo è lo stesso, ma cambiano le regole, e appunto diventa un Battleroyale. Apex Legends è uno sparatutto in prima persona, quindi vedrete il mondo dagli occhi del vostro personaggio (come in Call of Duty, per intenderci), mentre Fortnite  è un gioco in terza persona, e si gioca guardando da dietro le spalle del proprio alter ego (lo stile reso celebre da giochi come Tomb Raider).

L’isola di Fortnite è più affollata: 100 giocatori contro i 60 di Apex Legends. Inoltre, mentre in Fortnite tutti i giocatori arrivano sull’isola con un personaggio identico, anche se diverso da un punto di vista estetico, in Apex ci sono 9 classi di guerriero, e potrete sceglierne una diversa a ogni partita. C’è Bloodhound, che può scovare i nemici e vedere le loro orme; Lifeline, il medico che può curare più velocemente i compagni abbattuti dai nemici; Mirage che crea delle “copie” di se stesso in grado di disorientare gli avversari.

Tre di queste classi sono inaccessibili all’inizio: per sbloccarle, occorre giocare per una settimana assiduamente, oppure “comprarle” pagando in euro sonanti. Anche in Apex Legends gli acquisti sono legati all’estetica, e chiunque può godersi il gioco senza dover spendere nulla, ma a differenza di Fortnite c’è questa piccola scorciatoia per attivare le tre classi inizialmente bloccate.

Esattamente come in Fortnite, ogni tre mesi arriverà una “aggiunta” per Apex Legends: anche qua si chiamano “Season”, quindi aspettatevi che i giovani gamer di casa vostra batteranno cassa puntuali ogni trimestre. I “pass” per le Season permettono di accedere a ricompense, skin (sono i “vestiti” speciali per armi e personaggi), medaglie e via dicendo che personalizzano l’aspetto del personaggio nel mondo di gioco. Niente di “necessario”, ma i ragazzi ne vanno matti. Il gamepass trimestrale, che permette quindi raccogliere ricompense “solo per chi paga”, costa circa 10 euro, e c’è la versione “premium” da circa 20 Euro. La prima Season è appena arrivata, la prossima è prevista per giugno – proprio quando finirà la scuola, quindi potrebbe essere una buona scusa per un “regalo” ai vostri figli se si sono comportati bene durante l’anno scolastico!

Probabilmente entro giugno arriverà anche la possibilità di giocare con gamer su altre piattaforme: in Fortnite già succede, e magari vostro figlio gioca su Xbox mentre un suo amico su PS4 e un altro ancora su PC. Al momento questo non succede in Apex Legends, e si può giocare solo con gamer presenti sulla medesima piattaforma. A oggi, Apex è disponibile per PC, Xbox One e PS4, quindi niente Switch e dispositivi mobile per il momento.

Infine, mentre in Fortnite c’è un elemento di costruzione tipo Minecraft – i giocatori possono erigere scale e fortificazioni per difendersi dai nemici – in Apex non c’è nulla di tutto questo, e ci si concentra sulle sparatorie. Rimane il classico elemento dei Battleroyale, ovvero il cerchio sulla mappa che progressivamente diventa sempre più piccolo, e chi rimane fuori viene eliminato.

Ci faccio giocare mio figlio?

Apex Legends è quindi molto simile a Fortnite, ma con qualche idea che lo rende un’esperienza diversa, a tratti innovativa. Il suo successo – 50 milioni di giocatori conquistati in meno di 60 giorni – è la dimostrazione che funziona, e alla grande.

Dal punto di vista delle “violenza” (come abbiamo già spiegato nell’articolo su Fortnite), chi vi scrive non crede che sia un grosso problema. Non parliamo della violenza realistica e orripilante di GTA V, in cui al di là del sangue spruzzato ovunque ci sono tematiche molto “adulte” (sesso, prevaricazione, tortura) alla Pulp Fiction. Qua siamo in un’area molto più tollerabile, tra i cartoni animati di Star Wars (dove qualche morto c’è) e un film d’azione all’americana, dove qualunque spettatore sopra i cinque anni capisce che si tratta di una iperbole “sopra” la realtà. Oltretutto, proprio come Fortnite, è molto difficile vincere a Apex: solo una squadra su 20 ce la fa, tre giocatori su 60. Quindi, i ragazzi generalmente sono meno frustrati dalla eventuale (quasi certa) sconfitta, e pensano di più a divertirsi con gli amici, chiacchierando con le cuffie e discutendo su come muoversi in modo più tattico. E poi, di base è un gioco gratis, quindi scaricatelo e provatelo insieme a loro!