Alba missione natura: non si è mai troppo piccoli per cambiare le cose
Un’isola assolata, la lunga estate, il ronzare dei grilli sotto la canicola e il canto degli uccelli nell’ombra della pineta, il costante frusciare delle onde del mare. Giornate infinite di gioco e scoperta che terminavano con il richiamo a casa per cena. Tanti di noi hanno ricordi simili legati ad un’estate particolarmente speciale trascorsa in vacanza da bambini. Alba Missione Natura, l’ultimo gioco del team di ustwogames, noto soprattutto per quei due gioielli mobile che sono i due Monument Valley, ci vuole trasmettere questa nostalgia ma anche molto altro, con una storia in bilico tra crescita personale ed ecologismo.
Due bambine impegnate a salvare un paradiso in pericolo
Il gioco racconta l’estate di Alba che torna a Pinar del Mar, dove vivono i suoi nonni e dove ha trascorso già molte estati quando era più piccola. Nonostante lo splendido ambiente naturale, l’isola è molto piccola e versa in uno stato di sempre maggiore abbandono. Come per tante piccole realtà i giovani si spostano altrove per cercare lavoro e avere maggiori opportunità, mentre le casse del Comune si svuotano ogni giorno di più. Ma sembra esserci una soluzione: la costruzione di un mega-hotel a cinque stelle che porterebbe turismo e lavoro. Il problema è che la sua costruzione richiede la cementificazione della riserva naturale locale, con la conseguente scomparsa di moltissime specie animali. Ma Alba non ci sta ed è così che con la sua amica Ines fonda il CSAAI (Club per il Salvataggio Animali Alba e Ines). Ma come possono due bambine cambiare le cose? Rimboccandosi le maniche ovviamente! Ben presto le due bambine capiscono che devono riuscire a far vedere anche agli altri abitanti dell’isola l’importanza di preservare l’ambiente e che hanno bisogno di raccogliere firme per una petizione da presentare al sindaco, così da fermare i lavori. Il miglior esempio è sempre l’azione ed è così che iniziano le avventure naturalistiche di Alba e Ines.
Il giocatore va alla ricerca di specie animali, per salvare l’ambiente
Il giocatore vestirà i panni di Alba. Vista la sua passione per gli animali, il nonno decide di regalare al Alba uno smartphone con un’app di riconoscimento e un manuale sulle specie dell’isola. Per conoscere il nome di un animale al giocatore basterà inquadrarlo con il telefono e attendere un attimo per la scannerizzazione. Questa meccanica spingerà i giocatori ad osservare con attenzione l’ambiente attorno a sé alla ricerca delle specie mancanti. Alcune saranno più rare di altre (la lince su tutte) e sarà necessario fotografarle da una certa distanza. Consultando il manuale possiamo apprendere l’ambiente in cui vivono, rintracciabile poi sulla mappa, ma soprattutto ascoltare il loro verso. Questo dettaglio si rivela sorprendentemente utile per rintracciare molte specie. La maggior parte degli animali che possiamo identificare, infatti, sono uccelli e seguendo il loro canto possiamo trovare il ramo su cui si è posato un gufo o trovare il marangone dal ciuffo che ci manca per completare la nostra collezione. Alba e Ines però non si limitano a fotografare ma aiutano anche gli animali in difficoltà a causa dei rifiuti o dell’inquinamento. La loro passione coinvolgerà diverse figure locali come il veterinario, la falegname, l’agricoltore che ci regaleranno degli strumenti per curare gli animali, ripulire l’ambiente o riparare strutture in legno danneggiate come altane o tabelloni informativi per il birdwatching che, in alcuni casi, dovremo ricomporre usando anche le foto scattate. Tutte queste azioni, grazie anche alla risonanza del giornale locale saranno utili a rendere la popolazione più consapevole rispetto alla ricchezza delle specie di Pinar del Mar.
Il cambiamento comincia da me
Se il mondo attorno a te non cambia, inizia a cambiare tu. Questo è il messaggio più forte che emerge dal gioco. La storia di Alba è una storia di enpowerment e responsabilizzazione del cittadino. Anche un bambino, infatti, è un cittadino e ha diritto a vivere in ambiente sano. Ma non basta. Bisogna anche riuscire a comunicare la bellezza e il valore della natura agli altri, creando la necessità della preservazione attraverso l’informazione e, nel caso di Alba, l’esempio. Le azioni della bambina aprono gli occhi agli altri cittadini che ora vedono un valore in quell’ambiente e sono disposte a firmare la petizione per fermare i lavori di costruzione dell’hotel. Infatti, dalle foto di Alba emerge un’inaspettata biodiversità e il suo prendersi cura del bene comune mostra come le potenzialità di crescita della comunità di Pinar del Mar siano già lì, sotto gli occhi di tutti, superando l’idea che l’ambiente non possa diventare un motore per lo sviluppo economico e sociale. Serve però cura e valorizzazione di quello che c’è.
Crediamo che gli sviluppatori di ustwogames siano riusciti a creare un gioco veramente valido per parlare di questi argomenti ad un pubblico molto giovane. Il gioco è infatti molto semplice e tiene per mano il giocatore che decide autonomamente i ritmi di gioco, senza essere spinto a fare le cose con fretta. L’atmosfera che si respira in Alba Missione Natura è proprio quella pigra di un giorno d’estate che trascorre saltellando in giro, facendo buone azioni cullati dal canto degli uccelli e delle ottime musiche spagnoleggianti. Alcune foto, soprattutto quelle agli uccelli in volo, potrebbero essere un po’ difficoltose per i giocatori più giovani e in quel caso l’aiuto di un genitore può essere utile. Ustwogames ha incluso nel gioco dei riferimenti ad associazioni e iniziative che aiutano l’ambiente come fanno Alba e Ines. Il gioco può essere quindi un punto di partenza per iniziative molto valide per la conservazione del verde pubblico o di ambienti naturali. Non sarebbe neanche l’unico. Tante, infatti, sono già le app che permettono il riconoscimento di specie (iNaturalist giusto per citarne una) e i progetti di citizen science, attraverso cui il cittadino può aiutare la natura e la ricerca (provate a fare un giro sulla pagina Facebook Citizen Science Italia che raccoglie molte iniziative). Come ci mostra Alba, anche raccogliere la spazzatura attorno ai cestini può essere l’inizio per cambiare il mondo.