La canzone del mare, poesia animata
La canzone del mare. Titolo originale: Song of the sea. Regia: Tomm Moore. Casa di produzione: Cartoon Saloon, Digital Graphics, Mélusine Productions, Studio 352. Anno: 2014. Paese di produzione: Irlanda, Lussemburgo, Francia, Danimarca e Belgio. Durata: 93 min.
Di cosa tratta
Candidato al Premio per il Miglior Film d’Animazione agli Oscar 2015, uscito nelle sale italiane con due anni di ritardo nel 2016, La canzone del mare è una coproduzione internazionale, ma raconta una storia profondamente legata alla tradizione e alla cultura popolare irlandese.
La storia è quella di due fratellini all’apparenza male assortiti, Ben e Saoirse. Sono orfani della madre Bronagh dal giorno in cui è nata Saoirse e abitano su uno scoglio nel mare irlandese in compagnia del solo padre, guardiano del faro. Conor, tenero con i figli ma afflitto dalla precoce morte della moglie, vive una vita in sordina, occupato dal lavoro e da qualche serata al pub sulla terraferma.
Ad evitare che la trama scada nel lacrimevole, interviene però sin da subito l’elemento magico. La narrazione balza già nei primi fotogrammi (quelli in cui abbiamo modo di conoscere brevemente la madre dei due fratellini) nella dimensione fantastica e mitologica, quella in cui umani, semi-umani, folletti e divinità possono incontrarsi, amarsi e condizionare gli uni le vite degli altri.
E così succede che la sera del suo sesto compleanno, Saoirse (che stranamente ancora non è in grado di parlare) scopre la sua natura di selkie, ovvero di potersi trasformare in foca per nuotare nella profondità del mare.
La mattina seguente, dopo aver ritrovato sulla spiaggia la nipotina in sembianze di bambina, la nonna paterna impone che i due fratellini si trasferiscano con lei in città, ritenendolo un luogo più adatto ad educare due bambini. Ma la battagliera e urbana signora può ben poco contro il generale risvegliarsi delle creature magiche, in attesa da tempo del ritorno della selkie: è infatti lei, ora che è riapparsa con il suo canto, a poterli liberare dal sortilegio della strega civetta Macha.
Ci piace perché
Convinto che i film per bambini debbano spiegare loro cose importanti e non solo divertirli, il regista Tomm Moore mette in scena nel film La canzone del mare alcuni tra i più profondi comportamenti e sentimenti umani: la complessità dell’amore fraterno (un legame rappresentato simbolicamente nel film dal filo di un guinzaglio!), il dolore per la perdita di una persona amata, la rimozione delle emozioni negative che ci trasforma in esseri privi di autenticità…
A fare in modo che tutto ciò non diventi indigesto, soprattutto ai bambini, serve un tocco lieve e talvolta ironico e soprattutto serve la maestria di questo gruppo di lavoro internazionale che eccelle nell’arte dell’animazione.
Parallelo al mondo reale, fatto da un mare sempre in movimento, dalla verde campagna e da pittoresche cittadine, rappresentati con uno stile a volte pittorico a volte naïf, c’è il mondo incantato, quello in cui vivono le creature magiche, che è sotterraneo e subacqueo. E’ qui che si perdono e ritrovano Ben e Saoirse, incontrando folletti, streghe e capellute divinità, in un gioco scenografico di luci, ombre, arabeschi e grafismi.
I personaggi, disegnati con un tratto deciso e semplificato rispetto agli sfondi, si muovono nei due mondi, ognuno rispecchiandosi nel proprio doppio: la taciturna Saoirse istintivamente coraggiosa ha il proprio contraltare nel fratello chiacchierone e un po’ fifone, il padre che non si allontana mai dal mare si rispecchia in quello scoglio che imprigiona il gigante Mac Lir, la strega Macha ama il figlio imprigionato come la nonna ama Conor. Lasciamo a voi il piacere di scoprire il finale, che riporterà le cose nel giusto ordine.
Perfetto per chi…
… ama la buona animazione in 2D e uno stile d’illustrazione alternativo. E per chi ha rinunciato a vedere The Secret of Kells (film d’animazione realizzato da Tomm Moore nel 2009) perché mai tradotto in italiano (ma vale la pena vederlo anche in inglese!).