Hilda, una fiaba moderna
Hilda, dai fumetti alla serie tv
Hilda, la ragazzina dai capelli blu venuta dalla landa selvaggia, aveva già fatto breccia nei nostri cuori attraverso le graphic novel di Luke Pearson pubblicate in Italia da Bao Publishing. Con lei un nuovo personaggio si fa strada tra le eroine bambine che spopolano tra carta e schermi: cresciuta felicemente con una mamma comprensiva e affettuosa in una foresta molto animata, popolata da giganti, spiriti dell’acqua, troll e uomini in legno, si vede costretta dagli eventi (la sua casetta viene spiaccicata per sbaglio dai piedi di un gigante amico) a lasciare le lande in cui scorrazzava in compagnia del cervo-volpe Twig. Madre e figlia si trasferiscono quindi nella vicina cittadina di Trollberg, un misto tra un abitato americano e uno scandinavo che al primo incontro appare a Hilda noiosa come ogni città di provincia, priva com’è di attrattive e soprattutto di misteri.
Qui inizia per le due una vita apparentemente più normale, tra lavoro, scuola e nuove amicizie, ma Hilda (sempre in compagnia di Twig e dell’elfo Alfur) scopre presto di essere una sorta di calamita per le creature bizzarre che vivono più o meno nascoste tra gli edifici, le piazze, le aiuole e i dintorni cittadini. Ogni giorno può così tornare a vivere nuove strambe avventure, in più in compagnia di due ottimi amici, i compagni di scuola Frida e David.
Da quest’autunno, Hilda è anche una serie TV, per ora in onda in esclusiva solo su Netflix.
Il mondo “altrove” che è tra noi
Non è la Mistery Machine di Scooby Doo, non sono nemmeno i misteri di Halloween, per Hilda semplicemente tutto il mondo è animato, abitato dagli uomini ma anche da ataviche creature non umane. I mostri di Hilda hanno sembianze strane e molti problemi, vivono perlopiù celandosi, ma in realtà condizionano l’esistenza degli abitanti di Trollberg. Gi spettatori maturi che seguono le avventure di Hilda sarebbero portati a pensare che questo campionario di mostri sia frutto di una fervida fantasia infantile, ma ben presto capiscono che non è così: in realtà tutti i personaggi (grandi e piccoli) amici della bambina, se aprono bene occhi e cuore, possono vedere le strane creature, per esserne prima terrorizzati, poi sorpresi e infine coinvolti.
In particolare Johanna, la mamma di Hilda, è preoccupata per l’insolita attrazione della figlia per il lato più misterioso della realtà e per l’intenso rapporto che la bambina intrattiene con esso. Tenta di limitarne le scorribande nei boschi e nei meandri nascosti della città, ma capisce che la figlia è in qualche modo privilegiata, che la sua visione del reale è più ricca e la sua umanità più vasta, e chi le vive accanto finisce per trarne ispirazione.
Come Frida e David, i due amici che accolgono Hilda in città, che a volte sono terrorizzati dalle strane avventure che tocca loro vivere in sua compagnia, ma che intanto crescono: se da un lato Hilda scopre il mondo della normalità e delle relazioni umane, dall’altro Frida e David imparano a usare uno sguardo più profondo, che li porta oltre le antiche mura edificate intorno a Trollberg per proteggerla dai troll delle foreste circostanti.
Un capitolo a parte meritano infine le creature inventate da Luke Pearson: non si tratta del lupo cattivo o di malvagi assoluti come il boogeyman, sono piuttosto mostri con sembianze più moderne, con occhi luminosi alla Limbo e bocche alla Adventure Time, e dai tratti psicologici più sfumati, con nevrosi, brutti caratteri e storie di solitudine alle spalle. Creature che spaventano, ma che alla fine, a colpi di ironia e battute spiazzanti, conquistano tutti. Non è un caso quindi che negli appstore si trovi l’app Hilda Creatures, che consente di scoprirle e collezionarle.
Hilda è perfetta per chi…
Il tratto di Pearson per creare il mondo di Hilda non è infantile. Le stesse tonalità della palette di colori utilizzati, dal blu ai rossi, sono fredde, lontane dagli esiti vivaci e confortevoli di molti cartoni animati rivolti al mondo dell’infanzia. Ma non solo per questo Hilda è un cartone adatto a bambini a partire dall’età scolare.
La foresta in cui Hilda vive all’inizio non è un luogo ameno, Trolberg non è una cittadina ridente, i bambini a volte sono scorretti e i mostri sono ovunque intorno a noi. A smussare gli spigoli interviene l’ironia che regala al cartone animato, così come ai libri, una narrazione divertita e moderna, perfettamente decodificabile dai nostri bambini, che ormai si muovono con disinvoltura nei molteplici mondi animati creati per loro (su diverse piattaforme), a volte però un po’ troppo freddamente studiati a tavolino.
Le creature e il mondo ideati e illustrati da Luke Pearson, per quanto surreali e strampalati, sono invece originali e “veri” e la scelta di raccontare la storia in episodi con una sequenza cronologica predefinita fa della serie animata Hilda un cartone adatto a bambini più grandi, in grado di apprezzare l’evoluzione dei personaggi e dei loro rapporti attraverso uno storytelling maturo. Notevole anche la colonna sonora, che definitivamente ne fa un prodotto per una fascia d’età scolare.