Capitan Mutanda, il fascino del cotone 100%
Di cosa tratta: amici di risata
George Beard ed Harold Hutchins frequentano la peggior scuola elementare d’America, un istituto più simile a un penitenziario che a un luogo formativo per giovani menti: professori che snocciolano date in tono monocorde, metodi didattici mortificanti e soprattutto un preside, il signor Grugno, che odia il divertimento in ogni sua forma. A tentare di risollevare il morale dei poveri alunni ci pensano proprio i due amici: creativi e geniali quanto discoli, passano le giornate scolastiche a escogitare scherzi ai danni di professori e preside, ideando geniali fumetti il cui protagonista è un supereroe strampalato, Capitan Mutanda.
Nato dalla penna e dalla matita di Dav Pilkey e dato alle stampe nel 1997, Capitan Mutanda non ha nulla in comune con eroi Marvel del calibro di Capitan America, piuttosto ne è una spassosa parodia. Con indosso dei soli mutandoni bianchi e un mantello rosso annodato alla belle e meglio sotto il mento, al grido di Pap-pa-pa-paaa! si lancia in goffe avventure incurante della sua panciuta silhouette ed esercitando improbabili superpoteri (le sue mutande elastiche in effetti sono temibili). Inconsapevole della sua goffaggine, oscilla tra una ridicola prosopopea e il debole per fumetti, battute e rumori corporei.
Anche nel lungometraggio, per George e Harold arriva però il giorno più temuto: beccati senza ombra di dubbio come i responsabili dell’ultima esilarante marachella, vengono minacciati dal preside di essere messi in due classi separate. Nell’estremo tentativo di non far accadere quello che sarebbe la fine della loro amicizia, i due riescono a neutralizzare il signor Grugno nel modo più imprevedibile: lo trasformano, mediante ipnosi, in Capitan Mutanda stesso!
A questo punto, per dar vita a nuove mirabolanti avventure di Capita Mutanda in carne ed ossa, serve un altro cattivo, ovvero il terribile professor Pannolino, che nella vita ha una missione sola: eliminare le risate dei bambini, inibendo con le sue diaboliche invenzioni la parte del loro cervello che fa scatenare il divertimento.
Ci piace perché: l’irresistibile fascino delle mutande
In un’appendice del libro, è lo stesso autore a raccontare come ben presto da piccolo avesse scoperto che “le mutande avevano dei poteri eccezionali” così come, aggiungiamo noi, tutta la sfera semantica del basso materiale-corporeo: gabinetti, peti, carta igienica, caccole, rutti e via dicendo, tutte prodezze che in Capitan Mutanda vanno in scena con allegria e leggerezza per scatenare l’ilarità.
Del resto, depressi come sono dagli adulti, i bambini raccontati da Pilkey tra libro e film hanno bisogno di rimedi estremi per poter sopravvivere a lezioni noiosissime, regole becere, concorsi improbabili e corridoi scolastici in cui regna solo il desiderio di fuga. E, aggiungiamo noi, lo humor che nasce da questi argomenti è di presa sicura, per non dire scontata: gag e invenzioni “mutandesche” si susseguono serrate per tutto il film, provocando le risate dei bambini e, qualche volta, anche quelle dei grandi.
A parziale discolpa degli adulti, che da queste vicende non escono vincitori, c’è però un tentativo di giustificazione, forse a dire che nessuno nasce completamente malvagio. Lo stesso signor Grugno è vittima della solitudine della sua triste esistenza, che lo porta a rivalersi sui bambini spontaneamente votati all’allegria e alla felicità, e anche il professor Pannolino deve convivere con un nome e un cognome troppo ingombranti per non lasciare il segno.
La morale del film (se proprio la vogliamo cercare) è tutta dalla parte dei piccoli e rivolta a noi “grandi”: l’educazione che impartiamo è spesso frutto della scarsa verve delle nostre vite e il tentativo di ingabbiare estro e creatività non si giustifica neanche in nome di apprendimento e disciplina. Sarebbe come tarpare le ali alla parte migliore di noi.
Interessante, infine, lo stratagemma narrativo di cambiare stile di animazione quando a essere in scena sono le strisce disegnate da Harold e George: si passa dal 3D allo stile comics a matita e pastelli, due registri che convivono piacevolmente quando i personaggi del film sfogliano i fumetti da loro stessi prodotti.
Perfetto per chi
Ha voglia di ridere, tra battute e azione (trattandosi di un film che parla di un supereroe ovviamente avventura e pericolo non possono mancare), senza farsi troppe domande sulla psicologia dell’infanzia.
Capitan Mutanda. Titolo originale: Captain Underpants: The First Epic Movie. Regia: David Soren. Casa di produzione: DreamWorks Animation. Anno: 2017. Paese di produzione: Stati Uniti. Durata: 89 min