Salone di Montreuil: ecco le Pépites numériques
Alle porte di Parigi si è conclusa da pochissimo la 34esima edizione del Salon du livre et de la presse jeunesse en Seine-Saint-Denis, il riferimento del mondo editoriale francofono per bambini e ragazzi. Potremmo parlare di manifestazione, di salone, di kermesse, ma forse quest’anno si è trattato di qualcosa di più; credo che sarà un’edizione storica per la presa di posizione, anche politica e civilmente impegnata, che ne è emersa. Il tema di quest’anno, Nos futurs, si è manifestato in molteplici ambiti, tanto nelle immagini del muro degli illustratori come negli incontri dedicati ai ragazzi delle scuole, e anche in alcune pubblicazioni della Sélection Création numérique, il premio dedicato alle creazioni digitali. Dunque esaminiamo cinque belle Pépites numériques.
Grande Gatto Piccolo Gatto conquista una Pépite
C’è, con personale soddisfazione, l’app Grand Chat Petit Chat, la conversione francese di Grande Gatto Piccolo Gatto degli editori italiani Minibombo; i 5 adattamenti dal loro catalogo sono tutti azzeccati ma questa, in particolare, oltre ad essere bella, è concettualmente un esempio perfetto per capire come una storia può transitare da un supporto cartaceo a uno elettronico, cambiando il passo di danza e di linguaggio.
Rat et les animaux moches: libro più app con realtà aumentata
Dai gatti ai topi il passo è breve. Editions Delcourt ha pubblicato il libro Rat et les Animaux Moches che arriva alla nostra attenzione per l’eleganza dell’illustrato e la simpatia della storia.
In una casa molto carina vive Rat (Topo) ma la sua presenza non è gradita alla padrona di casa che inizia a prenderlo a bastonate per cacciarlo (anche qui torna #nos futurs, il tema dell’accoglienza, della ricerca di un luogo), così lui decide di andarsene. Vaga venendo sempre respinto, finché non arriva in un posto piuttosto strano, tutto nero: sembra notte ma qualcosa si intravede. È arrivato nel Paese degli Animali Brutti che fanno un po’ paura. Questi bruttoni lo accolgono diventando suoi amici e Rat dovrà trovare il modo di alleviare le loro grandi tristezze e preoccupazioni.
Il cartaceo, dalle splendide illustrazioni a matita in bianco e nero di Jérome d’Aviau, è arricchito dalle animazioni che si generano tramite l’app di riferimento concepita con la Realtà Aumentata. Troviamo così il topolino in variante super vivace immerso in un contesto interattivo che offre anche la lettura del testo; infine, per i più piccini, un suono indica il momento in cui voltare pagina.
Progetto Piafs: 15 illustratori per altrettante immagini da animare
I segni di apprezzamento della giura verso la realtà aumentata (AR) non si sono fermati al libro delle Editions Delcourt e il progetto Piafs rappresenta un altro incredibile esempio.
È successo che la rivista di riferimento per l’illustrazione contemporanea Le Journal Errratum e Maison Tangible, laboratorio di immagini e oggetti grafici, si sono attivate per proporre insieme una batteria di interpretazioni formidabili di divertenti uccelli parigini, che non sono altro che i parigini stessi nei loro più noti cliché: merlo hipster, rondine che beve un caffè in terrazza, anatre all’ “Aquaboulevard”. Quindici illustratori di talento per quindici immagini da animare tramite l’app per quindici modi di vedere i francesi metropolitani, ed evviva l’ironia!
Inoltre, con il materiale grafico di questo progetto – la cui realizzazione è stata possibile grazie ad un florido finanziamento collettivo – sono state allestite mostre itineranti (e altre sono in programma) e le illustrazioni in 4 differenti formati sono disponibili sull’e-shop per poter vedere animati in casa propria le cartoline oppure il poster appeso al muro.
L’aspetto interessante, a mio avviso, è questo: che un Salone del libro riconosca e sostenga la Realtà Aumentata come estensione artistica oltre le pagine dei libri per ragazzi e la segnali perché fa vivere immagini in un formato cartolina, in locandina piccola o grande, o in un poster.
Sauvons le Louvre
Altro contenuto utile, anche se già uscito da qualche anno e solo in francese, è il gioco interattivo Sauvons le Louvre realizzato dal documentario storico originale “Illustre & Inconnu, Comment Jacques Jaujard a sauvé le Louvre” che fu trasmesso da France 3 nel 2014.
Non mi è stato possibile rintracciare il gioco sul web ma, grazie ai video qui sopra e ad altri disponibili, possiamo intuire il motivo per cui questo strumento è stato premiato.
L’utente è attivo nei panni di Jacques Jaujard, direttore dei Musei Nazionali di Francia durante l’occupazione tedesca, e il suo ruolo è ben delineato: il giocatore deve, attraverso una prima fase “politica” ed una successiva “strategica”, mettere in campo astuzia, diplomazia e quando serve anche la menzogna per sottrarre al saccheggio e alla distruzione l’inestimabile patrimonio artistico raccolto al Louvre durante la Seconda Guerra mondiale.
Rispondere, depistare il nemico, nascondere le opere d’arte e trasferirle in depositi segreti sparsi sul territorio, è un’attività totalmente immersiva che insegna la storia in un contesto vivo fra criminali, nozioni storiche, figure della resistenza e soldati tedeschi.
Qui una lunga intervista (in francese) ad un professore di storia e geografia che usa i videogiochi per fare didattica alle superiori.
Signeveil: un’app per l’inclusione, con la lingua dei segni
Infine, se in Italia per raccontare storie alle persone sorde esistono pubblicazioni come quelle della cooperativa Il Treno (raccontate con la lingua dei segni italiana, la LIS), qui, la giuria ha scelto di portare l’attenzione del pubblico su contenuti digitali espressamente creati per l’inclusione.
L’app Signeveil si scarica gratuitamente e permette ai bambini di capire e di utilizzare la lingua dei segni francese, la LSF, in modo intuitivo e interattivo, grazie al 3D.
È un animale ad illustrare il gesto per spiegare un centinaio di parole con una resa eccellente perché – grazie alle tecniche di cattura del movimento dal reale – i punti di riferimento spaziali e la velocità d’esecuzione sono fedelmente riprodotti a vantaggio dell’apprendimento dei più piccoli, peculiarità che ha dato riscontri molto positivi.
Buone storie a tutti, di carta, di pixel e di vita!