La storia della saga di Zelda, il segreto del suo successo
Non sarà celebre come Super Mario, ma i numeri di Zelda sono da capogiro. Una saga da 80 milioni di copie vendute, formata da ben 16 giochi usciti negli ultimi trent’anni. Il primo Zelda, l’originale, uscì nel 1986. Da allora, le avventure del magico mondo di Hyrule hanno conquistato il mondo intero, arrivando a vendere nel 2017 oltre 11 milioni di copie con il solo capitolo Breath of the Wild. Addirittura, per qualche settimane, Breath of The Wild aveva venduto più copie del numero di console Switch in circolazione: centinaia di migliaia di giocatori avevano comprato il gioco prima ancora di prendere la console, per essere sicuri di poterlo giocare il prima possibile. Qual è il segreto di un successo talmente clamoroso, capace di attraversare le “ere geologiche” dei videogame e cinque generazioni di console Nintendo?
Hyrule, il mondo di Zelda
Innanzitutto, rettifichiamo l’errore più comune: Zelda non è il protagonista del gioco, ma la principessa che viene puntualmente rapita o imprigionata dal cattivone di turno. Il vostro alter ego, in tutti i Zelda, è un eroe di nome Link, che in inglese significa “Collegamento”. E infatti è il collegamento tra il giocatore e il gioco, il suo avatar che viene chiamato, in ogni avventura, a risolvere la situazione.
Il trailer di Ocarina of Time (1998)
I 16 giochi principali, a cui vanno aggiunti dozzine di spin off e di DLC (contenuti aggiuntivi, dall’inglese Downloadable Content) sono quasi tutti ambientati nel mondo di Hyrule: possiamo descriverlo come un regno fantasy medioevaleggiante, i cui abitanti sono degli esseri umani con le orecchie a punta – Zelda e Link sono proprio due Hylia, ovvero abitanti di Hyrule. In questo mondo esistono delle forze malvagie: il cattivone che Link incontra più spesso è Ganon, e generalmente Link, prima di poterlo affrontare, deve recuperare le parti della Triforza, un magico artefatto dai poteri sconfinati, l’unico capace di restituire pace e serenità a Hyrule.
Da un gioco all’altro, però, gli autori cambiano spesso le carte in tavola. Si salta avanti e indietro nel tempo nella timeline di Hyrule, addirittura alcuni giochi sono ambientati in una linea temporale in cui Link viene sconfitto al termine di uno dei giochi, altri in quella in cui esce vincitore dello scontro. Il risultato è un maestoso affresco, un’epica digitale che ha poco da invidiare alla completezza dei cicli di J.R.R. Tolkien o George R.R. Martin. Eroi e nemici che tornano, ricorsi storici, riferimenti che possono essere colti solo dai giocatori più attenti, che leggono ogni linea di dialogo. La storia stessa di Hyrule viene raccontata strada facendo, come fosse una leggenda per gli stessi abitanti del mondo di Zelda.
Come si gioca a Zelda
I primi videogame della serie avevano una visuale dall’alto, tipica dei giochi di ruolo degli anni ‘80 e dei primi anni ’90. Tra gli anni ’90 e 2000, si passa gradualmente alla visuale 3D: l’ultimo capitolo, Breath of the Wild, è semplicemente un capolavoro anche a livello visivo, grazie a una cura estetica davvero impareggiabile.
Sebbene i giochi della serie di Zelda siano classificabili come giochi di ruolo, alcuni elementi tipici del genere sono assenti: per esempio, solo in un capitolo Link guadagna dell’esperienza uccidendo i nemici. I tratti invece sempre presenti sono l’esplorazione del mondo di Hyrule e soprattutto una quantità pantagruelica di sotterranei da esplorare, pieni di enigmi e di puzzle da risolvere. In molti capitoli, Link deve utilizzare degli oggetti speciali per superare questi sotterranei e i loro enigmi: rampini, stivali magnetici, boomerang, archi e bombe.
Un video che mostra una porzione di un dungeon di Legend of Zelda (1986)
Poi ci sono i combattimenti: sono moltissimi, preparatevi! A differenza di altri giochi di ruolo giapponesi, come Final Fantasy, in Zelda si combatte come se fosse un gioco d’azione. Quando c’è uno scontro, l’azione non si ferma per combattere la battaglia a turni, cosa che forse è più “ruolistica” ma spezza il ritmo del gioco. Invece, Link usa spada e arco per colpire i nemici direttamente mentre si muove sullo schermo, quindi c’è bisogno anche di un pizzico di destrezza e abilità con il joypad.
Ogni capitolo ha poi un suo “tratto” particolare. Per esempio, in Ocarina of Time è centrale l’uso dello strumento musicale, mentre in A Link Between Worlds il protagonista può “entrare” nei muri e muoversi sulle loro superfici, arrivando in punti altrimenti inaccessibili. In Spirit Tracks il mezzo di locomozione principale è un treno, mentre in Wind Waker, a causa di un disastroso diluvio, bisogna spostarsi su una barca a vela. Molta varietà e originalità, che rendono ogni capitolo unico nel suo genere.
Il trailer di A Link Between Worlds (2013)
Gli Zelda non sono giochi veloci né immediati. Per completare l’ultimo, Breath of the Wild, ci si mette tranquillamente più di 70 ore, e probabilmente mancheranno ancora delle location da finire per bene. Il livello di difficoltà non è banale: molti dungeon (i labirinti da esplorare), sono particolarmente ostici, in tutti gli Zelda, ma la “magia” dei developer di tutti i giochi di questa saga sta proprio nel permettere a ogni giocatore di “capire” cosa deve fare, spingendolo a utilizzare armi e abilità e combinandole tra loro per risolvere ogni situazione. Di sicuro, giocare a Zelda con vostro figlio, cercando di capire insieme cosa fare e come risolvere gli enigmi, è un’esperienza magnifica, una delle migliori genitore/figlio su console. Sono giochi dove si usa il cervello, quindi sono proprio quei giochi che piacciono a noi di Mamamò!
Il trailer di Breath of the Wild, l’ultimo capitolo della saga di Zelda, disponibile su Wii U e Switch
Volete giocare oggi a Zelda?
Sul portale di Nintendo troverete tutti i giochi disponibili a oggi. La console migliore per provare gli Zelda è la tanto bistrattata Wii U, visto che sulla più recente Switch è disponibile solo Breath of the Wild, che però in compenso può essere giocato anche da chi non ha mai visto i titoli precedenti, – ci si perde qualche riferimento e citazioni, ma tutto sommato è godibile da chiunque.
Se volete approfondire l’argomento, esistono tonnellate di libri e saggi sull’epica saga di Zelda. Vi consigliamo l’ottimo volume L’arte di una leggenda, di Magazzini Salani, che è una guida ufficiale alla serie. Troverete moltissime informazioni su tutti gli Zelda (tranne Breath of the Wild, che probabilmente richiede un libro a sé stante): bozzetti, confronti tra gli stili grafici dei vari capitoli, un “piano cronologico” dei capitoli con le varie ramificazioni a seconda della timeline con Link sconfitto o vittorioso, persino una tavola con i rapporti tra i personaggi.
Oppure, se avete un paio di mezz’orette libere, l’altrettanto eccellente documentario video del sito specializzato Multiplayer.it, che ha raccontato in due filmati da trenta minuti ciascuno la storia di Zelda. Buona visione!
Parte 1
Parte 2