Bambini e media: ecco i trend del 2018
I bambini sono online e questo è un fatto ormai indiscutibile. Navigano in rete, postano contenuti o ne sono protagonisti. L’anno appena trascorso ha dimostrato in più occasioni questa diffusa presenza sul Web di minori (anche al di sotto dei 13 anni, cioè dell’età minima obbligatoria per iscriversi a un social).
Diversi colossi della rete (e i social network in maniera particolare) hanno dovuto prendere atto di questa situazione, in una sorta di “censimento” digitale forzato, riformulando una serie di regole e comportamenti su cui fondare il loro rapporto con i bambini, al fine di tutelarli e proteggerli da tutti i possibili abusi.
A questo proposito, il sito Kidscreen.com ha selezionato alcuni aspetti importanti di cui si discuterà nel 2018.
YouTube, ancora tu. Ma non dovevamo non vederci più?
Non stupisce che al primo posto della lista di Kidscreen troviamo, o meglio ritroviamo, il caso YouTube: un vero e proprio “topic” del 2017, di cui si continuerà a parlare anche in questo nuovo anno. La piattaforma, infatti, è nata ed è stata sviluppata per rivolgersi a un pubblico adulto; costruire un ambiente che sia sicuro e piacevole anche per i più piccoli è sicuramente un’impresa nobile, ma anche molto difficile. Insomma ci vuole tempo (i mesi della bufera scoppiata nel 2017 non sono bastati!) per mettere a punto dei sistemi che non siano facilmente aggirabili (come è successo per i filtri di YouTube Kids) e che davvero tengano al sicuro i più piccoli. Il colosso YouTube ha comunque assicurato un impegno in questa direzione, annunciando una serie di misure dedicate proprio al pubblico dei minori, tra cui l’assunzione di personale che si occupi di controllare “manualmente” i contenuti.
Messenger Kids: quando i genitori dicono no
Qualche settimana fa Facebook, il social network più popolato del mondo, ha annunciato il lancio di Messenger Kids, la piattaforma dedicata ai bambini con meno di 13 anni.
Messenger Kids permetterà ai bambini di chattare tra di loro, sotto il controllo dei rispettivi genitori o tutori. La presenza del minore sulla chat sarà infatti collegata al profilo di uno dei genitori e i bambini dovranno iscriversi con il loro vero nome.
Alcuni genitori, però, non sono del tutto persuasi che l’iniziativa di Facebook sia orientata esclusivamente alla tutela dei bambini e sospettano che il social network continuerà a raccogliere dati, a profilare gli utenti e a “origliare” le conversazioni.
Minori e privacy: un’utopia?
Proprio la questione dei dati sembra essere al centro dell’attenzione in questo nuovo anno, appena iniziato. Innanzitutto, le società di Adtech saranno sottoposte a controllo, dopo che ‘inavvertitamente’ hanno catturato una quantità di dati sui bambini. E la lente d’ingrandimento non tralascia le altre piattaforme web che dovranno redigere, rispettare e far rispettare regole più rigide, a tutela della privacy dei minori e dei dati legati alla loro esperienza in rete. È di quest’estate la notizia di una class action contro Walt Disney e altre società, accusate di aver raccolto segretamente informazioni personali su alcuni utenti minori e di averle condivise con gli inserzionisti, senza il consenso dei genitori e in beffa al Children’s Online Privacy Protection Act (la legge federale sulla protezione della privacy dei minori sul web). A Novembre, invece, è stato il turno della Germania. L’autorità tedesca per le telecomunicazioni ha vietato la vendita degli smartwatch, consigliando ai genitori di distruggere quelli già acquistati, perché questi orologi si comporterebbero come strumenti di spionaggio, registrando conversazioni e dati. Investire sulle infrastrutture a tutela dei bambini diventa, dunque, una misura sempre più urgente.
Network digitale e Tv: il duello della pubblicità
Nella lista di Kidscreen c’è posto anche per le vecchie e care pubblicità. Del resto, chi non ne ricorda qualcuna? La novità, non così sconvolgente, è che adesso anche il mercato pubblicitario per bambini ha cambiato sede e si sta spostando sempre più diffusamente sulle piattaforme digitali. Qui, per essere competitivi e attrattivi anche su colossi come Facebook e Google, i brand hanno bisogno di un piano ad hoc: serve cioè una strategia digitale che contempli un modello di business costruito per il web, e cioè diverso da quello usato per le tv, sostenibile e ricco di contenuti.
Questi sono alcuni dei trend del 2018. Tutti partono da una premessa, che spesso abbiamo sottovalutato senza considerare le possibili conseguenze e che non possiamo più trascurare: i bambini usano il Web e sono utenti, a tutti gli effetti.