Riconoscere le fake news in classe

Con la diffusione della rete il tema delle fake news – che è vecchio quanto i mezzi di informazione – ha assunto una nuova centralità nel dibattito pubblico. In questo contesto la scuola è investita dalla necessità di educare i ragazzi al pensiero critico, al critical thinking come “pensiero razionale e riflessivo focalizzato a decidere cosa pensare o fare” per usare le parole di Robert Ennis. Un compito che dovrebbe essere sempre tra gli obiettivi prioritari delle agenzie educative ma che ora, di fronte al dilagare di bufale, di distorsioni cognitive e di dibattiti sui social all’insegna di un linguaggio aggressivo, emerge in tutta la sua urgenza. Cerca di rispondere a questo bisogno il libro “Riconoscere le fake news in classe. Percorsi per una comunicazione consapevole in rete” di Maria Cecilia Averame, pubblicato quest’anno da Pearson nella collana “Insegnare nel XXI secolo”.

fake news

Dal metodo socratico ai Pokémon

Si tratta di un volume denso di contenuti, che cerca di inquadrare il fenomeno delle cosiddette ‘bufale’ all’interno del contesto attuale dei media, con un sguardo ampio che parte ovviamente da internet, dai social e dalle bolle ideologiche in cui ciascuno di noi è rinchiuso. Lo fa fornendo solidi spunti di riferimento teorici, che spaziano dai media studies alla didattica, dalla filosofia all’informatica, dalla psicologia alla linguistica, dal marketing alla sociologia, passando dal Fedro di Platone a Tim Berners Lee, dal metodo socratico al discorso di Martin Luther King.

Il tutto con costanti riferimenti alla contemporaneità e una nutrita serie di esempi più o meno noti, che calano la teoria nel flusso delle informazioni scambiate nella quotidianità della rete. La manipolazione delle immagini viene per esempio raccontata attraverso la foto – frutto di un fotomontaggio – di Obama che indica un dipinto raffigurante un Trump nudo, mentre si spiega come il collegamento tra Pokémon Go e il satanismo non sia altro che una bufala nata da un’intervista satirica.

obama

Le fallacie: errori logici che ci inducono ad avere convinzioni sbagliate

Una sezione importante del volume è dedicata alle fallacie, ovvero ai diversi errori logici che ci inducono ad avere convinzioni sbagliate e che espongono gli utenti alla manipolazione da parte di chi sa ben usare gli strumenti della rete e le armi della retorica.

Si tratta di meccanismi che chi frequenta i social vede accadere quotidianamente: dall’attacco personale rivolto a qualcuno di cui si vuole screditare la tesi, all’evidenza soppressa che consiste nel tacere un argomento a proprio sfavore, all’attribuzione di comportamenti sbagliati a carico dell’interlocutore o della sua parte, che nulla hanno a che fare con l’argomento del contendere (“E allora il PD?” è diventato ormai materia di satira).

La Averame descrive in modo puntuale le diverse tipologie di fallacia in cui possiamo incorrere e indica nelle logiche fuzzy – quelle che rifuggono da un realtà in bianco e nero – e nel pensiero critico una via di uscita alle trappole della rete.

Attività da svolgere in classe per sviluppare il pensiero critico

Su questo fronte, gli insegnanti troveranno nel libro una serie di spunti interessanti di attività da svolgere in classe, di esempi da analizzare insieme ai ragazzi, di casi concreti che non mancheranno di incuriosire e innescare il dibattito.

E magari, partendo dai Pokémon satanisti e passando per i tweet densi di humour di Samantha Cristoforetti, riusciranno ad approdare con interesse all’analisi retorica dello storico discorso di J.F.K. a Berlino. Educare ai media e alla cittadinanza deve partire anche da lì, dalla nostra capacità di rileggere alla luce della storia il presente e come viene raccontato.