Quando le app educative sono davvero utili?
In un articolo intitolato Four ways to tell if an educational app will actually help your child learn, apparso di recente sul sito The conversation, le tre ricercatrici universitarie Jennifer M. Zosh, Kathy Hirsh-Pasek e Roberta Golinkof si interrogano su come aiutare concretamente educatori e genitori a individuare l’effettiva valenza educativa delle app che affollano la categoria Istruzione degli appstore (solo in quella di Apple, se ne contano 80.000). Dato per acquisito che i supporti digitali possono essere dei validissimi aiutanti nei processi di apprendimento, come si arriva ai contenuti che davvero aiutano e stimolano i bambini a imparare?
Grazie anche ai loro precedenti lavori nel settore dei contenuti digitali per bambini, le tre ricercatrici sono arrivate a formulare quattro pratiche indicazioni, utili da conoscere non solo per genitori ed educatori, ma anche per chi si occupa di porgettazione e sviluppo delle app. Eccoli qui di seguito…
1. Le app educative attivano la modalità “mind-on”, non “mind-off”
Talvolta l’utilizzo di un device digitale può avvenire in modalità passiva, poiché propone delle attività che attivano nella nostra testa degli automatismi che consentono di non riflettere sul contesto di utilizzo e sulle informazioni che offre. Le ricerche ci dicono che proprio tali automatismi vanno evitati in contesti educativi per bambini.
Quindi, prima di scaricare un’app è bene verificare se proporrà solo attività passive e ripetitive, o se invece incoraggerà il pensiero e il problem solving.
2. Le app educative coinvolgono, non distraggono
Nelle app educative il contenuto cosiddetto “aumentato” non va confuso con quei suoni, animazioni e interazioni che hanno come effetto non di presentare e approfondire un dato argomento, ma di distrarre semplicemente il bambino dalla storia e dal contenuto principale.
Le app possono e dovrebbero essere divertenti, ma come educatori sarebbe bene cercare titoli che aiutino il bambino a concentrarsi o a non allontanarsi troppo dallo scopo educativo prefissato.
3. Le app educative costruiscono significato
Le precedenti esperienze delle tre ricercatrici hanno mostrato che i bambini imparano meglio se i genitori giocano con loro aiutandoli a costruire anche un contesto di significato. In altre parole, le app che per esempio insegnano le lettere e i numeri sono utili, ma è importante che i bambini capiscano anche come e perché la loro conoscenza è così importante, vedendo collocate le informazioni che stanno apprendendo nel loro contesto di utilizzo e di senso.
4. Le app educative stimolano le interazioni sociali
Ancora una volta sono le ricerche scientifiche a dimostrare che l’apprendimento profondo avviene attraverso l’interazione umana, meglio che con video, dvd o app.
Le app educative più nuove incoraggiano i bambini a giocare con genitori e amici, ma anche a stabilire rapporti virtuali di amicizia con personaggi come Elmo o Mickey Mouse, processo che sembra stimolare apprendimento e coinvolgimento. E’ comunque stato evidenziato, che anche se alle prese in solitudine con il tablet, i bambini imparano meglio se hanno a dsiposizione gli strumenti adatti a risolvere un problema e ci si applicano in libertà.
Così guidati e dedicando un po’ di tempo all’osservazione degli appstore possiamo dunque arrivare a capire se un contenuto proposto nella categoria Istruzione è lì a ragion veduta e quindi veramente educativo e utile per supportare l’apprendimento nei nostri figli. O se invece, siamo di fronte a un contenuto semplicemente divertente (niente di male, ma meglio esserne consapevoli).