Conoscere la rete per evitare il cyberbullismo
Si è tenuta oggi la tappa milanese del tour NavigareSicuri, progetto voluto da Telecom Italia per portare nelle scuole, presso studenti, insegnati e genitori, una cultura più diffusa e approfondita della Rete, delle sue opportunità e dei suoi pericoli.
Oggi il focus dell’evento è stato posto sul cyberbullismo, una realtà che – stando ai dati diffusi da una ricerca di Ipsos e Save the Children – riguarda purtroppo nel nostro Paese quattro minori ogni dieci. Un dato allarmante, che deve far aprire gli occhi a genitori e formatori.
A sottolinearlo dal palco, con passione e forza, è stata Maria Rita Parsi, presidente della Fondazione Movimento Bambini: fondamentale per limitare la diffusione del cyberbullismo è proprio il coinvolgimento degli adulti che più stanno a contatto con i minori. Ovvio che per capire le dinamiche del cyberbullismo sia necessario conoscere e praticare la rete: finché i ragazzini percepiscono genitori e insegnanti come inadeguati sul web, difficilmente chiederanno loro aiuto se si trovano vittime di stalker o cyberbulli.
La veterana del web Frieda Brioschi, tra le altre cose presidente di Wikimedia Italia, già prima del 2000 praticava le chat e le osservava con attenzione. Prezioso dunque il suo intervento rivolto agli studenti della scuola media Giuseppe Parini sulle modalità da adottare per stare nel web sociale, ricordando a tutti (giovani e non giovani) che Internet ha la memoria lunga, che spesso i contenuti non sono più di chi li ha prodotti e quindi è opportuno fare molta attenzione a quello che si pubblica online. Ma ben lungi dal demonizzare la Rete, anche Brioschi ha sottolineato come i genitori debbano essere consapevoli dei comportamenti dei propri figli sul web, di cosa possono fare e non fare in rete e quindi accettare internet tra le pareti domestiche, non come un ospite sgradito, ma come “una stanza in più in casa”, dove entrare ben consapevoli di ciò e chi vi si può trovare dentro. Parole condivise del resto anche dalla mamma-blogger Lucia D’Adda, che ha fornito la dritta di buon senso: “Chiacchierare e chiacchiarare con i figli, anche quando siamo davanti al pc! Dare le ragioni di ciò che si chiede e cercare di farli ragionare sempre. Cresceremo teste pensanti“.