Girls Code it Better, ragazze e tecnologia dalla scuola al FabLab

Le ragazze e la tecnologia sono due mondi che stando ai numeri non si avvicinano mai abbastanza. Le iscrizioni al primo anno degli istituti tecnici ad indirizzo tecnologico dell’ultimo anno scolastico rivelano che solo il 16,1% dei nuovi alunni è di sesso femminile (si sale al 25%  negli istituti professionali a indirizzo Industria e Artigianato, dati MIUR, Focus Iscrizioni a.a. 2014/2015). Si tratta di fatto di un’occasione mancata, visto che in queste aree si concentrano le maggiori richieste di lavoro da parte del mercato.

L’agenzia MAW – Man at Work ritiene che per affrontare il problema si debba iniziare prestissimo: dalle scuole medie. Per questo nel 2014 ha lanciato il progetto Girls Code it Better, che avvicina le giovanissime alla tecnologia con un approccio pratico e divertente: dal programmare al progettare, magari usando una stampante 3D per scoprire che la tecnologia è creatività, fantasia, innovazione – e soprattutto una grande occasione per il proprio futuro.

Negli istituti che aderiscono all’iniziativa viene fondato un “Club” di ragazze che si mettono in gioco per imparare a usare il computer, programmare, progettare e disegnare con strumenti digitali, e anche per realizzare nuovi oggetti entrando nei FabLab per produrli. Tutto avviene con la guida di un insegnante e di un maker, formati e retribuiti dai promotori del progetto, che coinvolgono le ragazze in un percorso di ben 45 ore.

Le 150 ragazze di 17 scuole che nell’anno scolastico 2014/2015 hanno partecipato a Girls code it better hanno creduto nella loro creatività e capacità: dallo zainetto con pannello solare per ricaricare lo smartphone al bidone “intelligente” per riciclare correttamente gli avanzi e i rifiuti della mensa scolastica, dalla campagna video online contro il bullismo alla coperta interattiva che permette di accedere con dei QR Code a una APP sul tema della multiculturalità. Le ragazze hanno avuto quinid modo di provare di persona che la tecnologia è assolutamente una “cosa da ragazze”.

Per il prossimo anno scolastico si vuole ampliare il numero di scuole coinvolte, e trovare anche nuovi sostenitori che consentano di farlo, per un progetto che non ha costi per gli istituti coinvolti (a cui viene chiesto solamente di mettere a disposizione spazi e aule di informatica): chiunque sia interessato può contattare l’iniziativa attraverso il sito web girlscodeitbetter.it

Il programma dei nuovi corsi sarà dedicato in particolare a scoprire come realizzare progetti di automazione con arduino, le tecnologie per il making (modellazione e fabbricazione digitale), web design e sviluppo web, app e gaming.

“E’ importante raggiungere le ragazze quando hanno undici, dodici anni e il loro percorso di studi non è ancora stato indirizzato” spiega Costanza Turrini, la responsabile di Girls code it better. “Quando sono più grandi può essere troppo tardi per aiutarle a prendere in considerazione la tecnologia e le materie scientifiche superando il pregiudizio che è ancora fin troppo vivo nelle famiglie e nella scuola stessa, oltre che in loro, secondo il quale le ragazze non sono adatte a questi studi… Perdere le ragazze significa impoverire il nostro futuro e la capacità di innovazione e non aiuta certamente a trovare poi da grandi un’occupazione, scartando un settore in cui sono scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro”.