Atelier creativi digitali: per una scuola che assomigli al mondo
Sono trascorsi pochi giorni da quando, in calorosa compagnia di tantissimi alunni e famiglie del nostro istituto il “C.A.Dalla Chiesa” di Roma, ho partecipato al taglio collettivo del nastro di inaugurazione di uno spazio atelier dedicato al digital storytelling – uno dei 1800 Atelier Creativi realizzati grazie al Piano Nazionale Scuola Digitale del Miur.
Tutto è iniziato ben due anni fa, quando, con un gruppo di colleghi, abbiamo deciso di partecipare al Bando “Atelier Creativi”. Ripensandoci ora che, con emozione, vedo il progetto trasformato in uno spazio concreto, ricavato abbattendo il muro divisorio tra due aule proprio al centro della scuola, mi rendo conto che la scintilla da cui tutto è nato possa essere condensata proprio nelle parole di Baricco (Novecento, Ed.Feltrinelli):
“Non sei fregato veramente
finché hai da parte una buona storia,
e qualcuno a cui raccontarla”.
Raccontare/ascoltare una storia può salvarci, tutti, grandi e piccoli. Magari non proprio la vita, ma sicuramente ci può salvare dalla noia, dall’apatia, dalla solitudine. Non solo… lo abbiamo sperimentato tutti quando eravamo studenti: è molto più facile ricordasi una storia che una spiegazione!
L’intenzione è quella di mettere a disposizione di tutta la comunità scolastica, alunni, docenti, famiglie dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di I grado, passando per la scuola primaria, uno spazio per raccontare e raccontarsi, dando la possibilità di progettare e realizzare narrazioni in video, fatte dai bambini per i bambini, dai ragazzi per i ragazzi. Sperimenteremo i più diversi generi, stili e tecniche: dalla stopmotion al fumetto animato; dal booktrailer al TG; dall’animazione con “effetti speciali” al documentario scientifico. Tutte belle storie da non tenere solo per noi, ma da condividere in rete su un canale YouTube e sul nostro account social.
Ecco qui le tre colonne di ideali su cui si è basata la progettazione di questo spazio.
CONTAMINAZIONE= tanti modi e strumenti per narrare
Nelle attività che proporremo cercheremo la sintesi, e non la contrapposizione, tra libro e app, tra parola scritta e interattività, tra illustrazione e animazione. Chi entra nel nostro atelier noterà che strumenti digitali e libri convivono sulle stesse pareti: abbiamo inaugurato delle speciali letture animate, in bilico tra pagine da sfogliare e app da toccare, dando voce alle storie e alle irresistibili espansioni digitali della casa editrice Minibombo.
In questo percorso di contaminazione non saremo soli: ci aiuteranno gli esperti della Biblioteca Centrale Ragazzi di Roma, in un percorso formativo alla scoperta dei più begli albi illustrati per l’infanzia.
EDUCAZIONE= crescere cittadini digitali
L’esperienza di maestra e animatrice digitale, mi ha insegnato che la sfida educativa digitale della scuola si debba giocare più che su divieti e proibizioni, sulla proposta di un’alternativa creativa all’uso diffusamente superfluo, talvolta dannoso, dei device.
Tra le dotazioni tecnologiche del nostro atelier, abbiamo fortemente voluto un set di smartphone, che alimenteremo ad energia creativa per realizzare tante animazioni e narrazioni. Gli alunni così potranno riflettere facendo, passando dal ruolo passivo di fruitori di prodotti digitali, al ruolo attivo di registi.
Durante l’inaugurazione, abbiamo già iniziato a giocare con il grande set realizzato dipingendo integralmente le pareti di un particolare punto di verde molto acceso, comunemente detto “green screen”. In queste e altre attività, ci verranno in soccorso gli studenti e le studentesse in alternanza scuola-lavoro dell’Istituto Rossellini CineTv di Roma.
INCLUSIONE= storie per tutti e di tutti
Vorremmo che tutti i nostri alunni, con i loro vissuti, bisogni e difficoltà, si sentissero a loro agio nell’atelier e che vi possano partecipare con gratificazione, sentendo valorizzate potenzialità e attitudini. Non solo: vorremmo che, attraverso la narrazione di storie illuminanti, questo spazio diventasse un luogo per riflettere in senso ampio sulla diversità, come ricchezza e opportunità. Ad esempio cogliere l’opportunità delle diverse lingue madri parlate dai nostri alunni e realizzare video bilingui, magari sottotitolati o anche in inglese!
Le barriere fisiche le abbiamo già rimosse, ma per essere preparati a rimuovere le invisibili barriere mentali dei pregiudizi abbiamo chiesto la collaborazione dell’Onlus “Come un albero- Casa Museo dello sguardo sulla disabilità”, per l’individuazione di approcci pedagogici adeguati a narrare in maniera il più possibile autentica la diversità.
E perché l’atelier sia davvero di tutto il territorio, chiederemo una mano ai ragazzi dell’Associazione di promozione sociale Nessun Dorma, attiva sul territorio del quartiere, per tenere aperto lo spazio anche oltre l’orario scolastico.
ISPIRAZIONE: scavando nell’etimologia si hanno conferme spesso rivelatorie
Atelier, tradotto dal francese, significa “officina” termine in cui si fondono due parole latine: “opera” e “fare”. La potenza del fare nell’apprendere è stata per innumerevoli volte e da autorevoli voci già invocata, dimostrata, rivendicata. Nonostante ciò, a scuola talvolta ce ne dimentichiamo ed è importante avere qualcuno o qualcosa che ce lo ricordi.
La speranza è che questo atelier serva a noi insegnanti non solo come luogo fisico, ma che agisca anche a livello simbolico, come fonte di ispirazione e ci aiuti nella pratica quotidiana nelle nostre classi a riportare al centro la didattica laboratoriale, come punto d’incontro essenziale tra sapere e saper fare, come si leggeva nell’intestazione stessa del bando.
Da Loris Malaguzzi a Bruno Tognolini
Concludo condividendo due brevi ma intensi momenti vissuti durante l’inaugurazione, l’inizio e la fine, la cui energia ispiratrice spero si imprima a lungo nelle mura dell’atelier e della scuola tutta!
Irrinunciabile, il momento iniziale della cerimonia, con la proiezione di una foto del pedagogista che per primo ha immaginato la scuola trasformata in atelier e gli insegnanti in atelieristi, e che ha realizzato questa visione nella splendida scuola Diana di Reggio Emilia. Sto parlando di Loris Malaguzzi.
E il momento finale: prima di dare il via alle tante “officine” allestite per l’occasione nella scuola (qui il dettaglio di tutto quello che abbiamo combinato!) l’inaugurazione si è conclusa con una filastrocca di Bruno Tognolini, letta in maniera incantevole da Pino Grossi, della Biblioteca Centrale Ragazzi di Roma.
Eccola quì:
Filastrocca per una scuola che assomigli al mondo
Nel mondo ci sono le terre ed i cieli
Non sono divisi in scaffali
Nel mondo ci sono le fiabe e le arti
Non sono divise in reparti
Nel mondo c’è un nido, che è la tua classe
Uscendo non trovi le casse
Nel mondo ci sono maestri un po’ maghi
Ci sono, non solo se paghi
Nel mondo il sapere che vuoi si conquista
Nel supermercato si acquista
E allora rispondi con una parola
Com’è che la vuoi la tua scuola?
Ora lo so perfettamente come vorrei la mia scuola… come un atelier!