Bambini UK e schermi: tanti video sensazionalistici, ma anche meno esibizione
Ofcom, l’autorità britannica per le comunicazioni, ha pubblicato oggi i risultati di una serie di ricerche che hanno esplorato le abitudini mediatiche e online di bambini, genitori e giovani adulti nel Regno Unito. Ecco alcune delle considerazioni più interessanti.
Il predominio del formato video
In particolare, dalla ricerca quantitativa Children and parents: media use and attitudes report 2023 emerge che quasi tutti i bambini dai 3 ai 17 anni (il 96%) guardano video su siti e app di condivisione video. Più della metà del campione visualizza contenuti video in live streaming (il 58%), percentuale che aumenta all’80% tra i ragazzi di 16-17 anni. YouTube rimane il sito o l’app più popolare, utilizzato da quasi nove bambini su dieci dai 3 ai 17 anni (l’88%), anche se l’utilizzo di app che propongono video di breve formato – come TikTok (dal 50% al 53%) e Snapchat (dal 42% al 46%) – è aumentato in modo significativo nell’ultimo anno.
Rivalità, ‘reaction’ e rapidità per rendere popolari i video
A partire dallo studio qualitativo Children’s Media Lives, si può invece osservare come gran parte dei contenuti consumati sui social media dai più giovani siano definibili come video sensazionalistici, progettati per catturare e mantenere la loro attenzione, ma che richiedono uno sforzo di fruizione e concentrazione minimi.
I temi ricorrenti sono gossip, conflitti, polemiche, sfide estreme e scommesse con poste in gioco elevate, anche in denaro. Tra i format che suscitano interesse, ci sono i video di ‘commento’ e ‘reaction’, in particolare quelli che stimolano la rivalità tra gli influencer incoraggiando gli spettatori a scegliere da che parte stare. Video che, resi popolari da artisti come Mr Beast, Infinite e JackSucksAtStuff, sono spesso in formato breve, con uno stile di montaggio veloce, progettato per creare il massimo effetto di drammatizzazione e basati sull’uso massiccio di ‘jump-cut’, angolazioni della telecamera che cambiano rapidamente, effetti speciali, animazioni e una parlata frenetica.
Il richiamo dello ‘split-screen’
Nell’ultimo anno ha avuto un crescente successo tra i più giovani lo ‘split-screen’. I post sui social media ‘a schermo diviso’ consentono ai bambini di guardare più di un breve video contemporaneamente, su un unico schermo, uno accanto all’altro o uno sopra l’altro. Questa tendenza sembra confermare la fruizione ‘multi-screen’ già osservata nelle precedenti ricerche, in cui i bambini hanno riferito difficoltà a concentrarsi su un’attività svolta su uno schermo alla volta. Talvolta i due video in split screen guardati dai partecipanti alla ricerca erano correlati, come nel caso in cui gli influencer reagivano e offrivano un’opinione su un fatto reale. In altri casi, i due video non avevano alcuna correlazione evidente.
Social media… non così social
I bambini sono risultati molto meno propensi a pubblicare i propri video (32%) piuttosto che a guardarli (96%). I partecipanti allo studio Media Lives hanno affermato conseguentemente di vedere meno contenuti creati dagli amici e, anche quando li hanno visti, di aver interagito meno con essi. L’interazione sociale online tra amici è risultata un’attività praticata soprattutto attraverso le app di instant messaging (come Whatsapp) o alle funzioni di messaggistica privata all’interno delle app, piuttosto che ai feed pubblici.
Dato che i loro feed social sono ormai dominati da contenuti sempre più professionali, i bambini dichiarano di essere sempre più consapevoli di come ritraggono se stessi online, quindi di pubblicare raramente e in cerchie ristrette o di non pubblicare per niente. Alcuni bambini hanno riferito di aver creato video e foto modificati o filtrati, ma di averli salvati in ‘bozza’, senza alcuna intenzione di renderli visibili online.
Raggiungere l’equilibrio tra schermi e benessere
La ricerca Media Lives ha condotto anche un’analisi approfondita della vita online di adolescenti e giovani adulti di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Questo è il gruppo di utenti più presente e attivo online, che in genere utilizza tutti e quattro i tipi di comunicazione connessa – social media, messaggistica istantanea, condivisione di video e live streaming – in modo significativamente più intensivo rispetto all’utente medio.
Come tra i bambini più piccoli, Snapchat e TikTok sono cresciuti in popolarità anche tra i 16-24enni nell’ultimo anno, superando Instagram come piattaforma più utilizzata. Anche BeReal, un’app che chiede agli utenti di condividere una volta al giorno una foto reale e non filtrata, ha visto una crescita notevole in questa fascia di età, con un utilizzo che è passato dal 9% al 22%.
Poco più della metà degli utenti di età compresa tra 16 e 24 anni (51%) ritiene di aver trascorso troppo tempo sui social media, ma riferisce anche di voler fissare dei limiti. Questo gruppo è risultato significativamente più propenso rispetto alla media a prendersi una pausa dall’utilizzo di qualsiasi social media (36% contro una media del 25%) o a eliminare app per evitare di dedicarci troppo tempo (32% contro una media del 23%).