Adolescenza e pornografia: cosa stiamo perdendo?
Circa 800 ricerche al secondo per un totale di 28,5 miliardi di visitatori totali. Oltre 4 milioni di video caricati sulla piattaforma nel 2017. Una media di 81 milioni visitatori al giorno. Sono numeri da capogiro quelli presentati da PornHub, uno dei siti più popolari in cui è possibile vedere video pornografici. Il numero dei minori che accede a questa piattaforma, almeno stando al dettagliato report presentato a Gennaio 2018, non è invece altrettanto chiaro. Non troviamo infatti traccia dei minori di 18 anni e tutte le rilevazioni statistiche iniziano dal compimento del diciottesimo anno d’età.
Il solito trucchetto per evitare di aprire gli occhi sulla realtà.
Basta però fermarsi ad ascoltare un adolescente o leggere, ad esempio, l’ultimo rapporto pubblicato da Telefono Azzurro in collaborazione con Doxa Kids per accorgersi, se mai ce ne fosse stato bisogno, che non è proprio così. I ragazzi accedono molto presto ai contenuti pornografici, nella maggioranza dei casi tramite lo smartphone, mentre faticano a trovare adulti disposti a parlar loro di sessualità e amore. Un bel controsenso.
La pornografia è finzione
Intanto la pornografia sembra essere entrata non solo negli smartphone dei ragazzi, ma anche nella loro vita, nel loro modo di esprimersi, nelle fantasie, nel modo che hanno di pensare all’Altro.
“Comunque non avresti dovuto dire tutte quelle cose…frasi porno. Voglio dire, non sei obbligata a farlo per me”. Con queste parole Trick si rivolge a Sara, la giovane protagonista di Arkangel, puntata della quarta serie di Black Mirror diretta da Jodie Foster. In altre parole le sta dicendo che il sesso, per poter essere soddisfacente, non ha bisogno della finzione della pornografia.
Perché di questo si tratta quando parliamo di pornografia, di finzione.
Una finzione che, nel mettere in scena dei corpi nudi, illude di essere l’espressione più vera della sessualità, senza filtri, senza censure, senza tabù. Ma non è così e quanto più i ragazzi sono lasciati soli di fronte a queste immagini tanto più fanno faranno fatica a riconoscere la finzione e l’inganno nascosti dentro alla pornografia.
L’ambiguità degli adulti di fronte al sesso
Ho recentemente incontrato ragazzi di 12 anni che mi hanno detto, senza troppi filtri, di fare continuamente visita ai siti pornografici. “Lo fanno tutti, dai, non prendiamoci in giro. Alla nostra età è più che normale. Le dirò di più – aggiunge questo ragazzino particolarmente intraprendente – lo fanno anche le ragazze”. Accanto a lui alcune ragazzine diventate rosse e si agitano. “Solo una volta”- aggiunge una di loro.
Il punto è che il rapporto degli adulti con la sessualità e la pornografia è piuttosto ambiguo. Da una parte ci si scandalizza e non si vuole che i ragazzi guardino il porno. Dall’altra però, si fatica a riconoscere che l’adolescente ha bisogno di scoprire qualcosa di più sulla sessualità. Il risultato è che non se ne parla, lasciandoli esplorare questa parte così centrale della loro vita guidati da un tablet e diversi video porno.
In questo modo, senza accorgercene, perdiamo la grossa occasione di dir loro che il sesso non è una performance tecnica. Che l’Altro non è un oggetto da utilizzare a proprio piacimento. Che il rapporto sessuale è l’incontro buffo e imbarazzato tra due soggetti innamorati che decidono di donare all’altro qualcosa di molto intimo e prezioso. Che l’amore non è finzione ma messa in gioco radicale.
L’amore è un affare per grandi
Sempre quei ragazzi di 12 anni che si dichiarano così esperti in campo sessuale, in quanto ben indottrinati dalla pornografia, mi hanno poi detto che l’emozione dell’innamoramento non è qualcosa che li riguarda. Cerco di approfondire il perché di questa posizione così netta. In fondo, a 12 anni si può innamorarsi. Mi rispondono che sono piccoli per l’amore, che per amare è necessario aspettare.
Quindi, ricapitolando, sono piccoli per amare ma grandi per la pornografia. Nuovamente un’altra bella contraddizione, che però ci dice quanto sia importante trovare dei canali che consentano ai ragazzi di parlare di sessualità. Il rischio, lo si sarà intuito, è che si cresca con l’idea che sesso e amore siano due oggetti distinti, separati, inconciliabili. Che il rapporto sessuale sia un esercizio fisico tra due corpi, una pura e semplice scarica di endorfine.
A rischio c’è la capacità di desiderare
L’abuso di pornografia nei giovani deve certamente interrogarci. Smartphone e tablet rendono infatti l’accesso a questo genere di contenuti estremamente facile e capita sempre più spesso di sentire che anche bambini piuttosto piccoli hanno cercato materiale pornografico online. Quale sarà l’effetto di tutto questo sulle nuove generazioni? In gioco c’è la questione del desiderio e di cosa significa desiderare. La pornografia, volendo vederla in maniera brutale, non fa altro che mettere in primo piano la meccanica di due organi genitali. Solamente questo viene messo in scena continuamente ed è proprio per questo che, soprattutto i più piccoli, ne rimangono impressionati.
Il desiderio sessuale, invece, chiama in causa la velatura del corpo. Il desiderio esige la presenza di un segreto, di qualcosa da ricercare che non si svela mai del tutto. Se ci pensiamo, ci innamoriamo sempre del segreto dell’Altro, di quel punto vuoto che non riusciamo a comprendere del tutto ma che, proprio per questo, ci attira. Da questo punto di vista, questo eccesso di pornografia rischia di uccidere la capacità di desiderare nei giovani facendogli credere che il sesso sia solamente un esercizio tecnico da cui trarre soddisfazione.
Il desiderio sessuale non ha invece nulla a che vedere con la pornografia, con la posizione fisica da tenere durante un rapporto, con il grado di godimento e piacere. Bisogna allora aiutare i ragazzi a riaccendere il desiderio, sforzandosi di rimettere al centro l’amore, le relazioni e le emozioni. Inoltre, è importante sostenerli e guidarli nel riconoscere le imperfezioni del propio corpo, mostrando loro che solo a partire da quell’imperfezione, a volte così scomoda, può nascere l’amore.