Time Tales, un’app di gioco e avventura fra gli Etruschi
Ho appena testato l’app Time Tales Gli Etruschi, nata dalla collaborazione fra tre realtà, Entertainment Game Apps, per lo sviluppo tecnologico e ArcheoKids e Associazione di Promozione Sociale M(u)movimenti, che propongono contenuti e iniziative per educare al patrimonio storico-artistico e avvicinano i bambini in età scolare all’arte con mezzi innovativi pensati per la loro età.
Un’app con un’atmosfera di suspense iniziale in equilibrio fra narrativa e coinvolgimento negli enigmi
C’è un vaso che non è un vaso qualsiasi e c’è una bambina che non è certamente una bambina qualsiasi, infatti è lei ad aiutarci a procedere nel gioco storico! Si chiama Velia, una vera etrusca di dieci anni con cappellino, trecce e desiderio di guidarci nel suo mondo antico per scoprire di quanto fascino fosse ricco. Per immergersi da subito attivamente ci viene chiesto di scegliere l’avatar con cui essere rappresentati nell’esplorazione, poi due allegri genitori convincono il figlio o la figlia (secondo la scelta dell’avatar, appunto) ad andare al museo archeologico per una visita.
Il dialogo fra i personaggi avviene attraverso fumetti a comparsa progressiva, facendo procedere la conversazione con touch su piccole frecce gialle. Una luce pulsante intorno allo stipite della porta dell’ambiente domestico dà il suggerimento a toccare per farci uscire di casa e, improvvisamente, al touch eccoci nella sala del museo con il vaso magnetico dentro a una teca.
Il vaso si rivela presto essere una “porta del Tempo” ed emana un vortice di luce che inghiotte e trasporta in altri mondi, e – dopo un primo momento di stordimento dovuto anche al fatto che la musica non cessa di incalzarci (a meno che, naturalmente, non si disattivi il suono) – ci troviamo ai piedi di un grande albero al fianco di Velia; lei ci ha visti cadere dal cielo!
Si procede dando a Velia risposte alla sua curiosità; tramite una tendina a risposte multiple si stabilisce lo scambio fra i due bambini (personaggio-avatar e bambino/a utente) e così il dialogo è ben avviato fra istruzioni, sollecitazioni e informazioni.
Un gioco a livelli per insegnare ai bambini chi erano gli Etruschi
Lo scopo, o meglio il motore che fa procedere senza noia nella raccolta delle nozioni storiche utili ai bambini, è la ricerca stessa del vaso, unica possibile occasione per consentire a noi utenti di ritornare nella nostra epoca, seduti a casa sul divano o nel banco in classe.
Ma ogni volta che il vaso sembra raggiungibile, accade qualcosa che lo allontana dalle nostre mani. Ad esempio, nella tavola in cui è caduto dall’albero sul carro, noi giocatori-lettori e Velia ricostruiamo un muro sgretolato assemblando pietre come un puzzle fino ad ottenere caramelle da consumare per avere indizi. Spesso ci viene suggerito di prelevare dallo zaino oggetti, in precedenza raccolti, da utilizzare direttamente o come merce di scambio.
Lo schema di gaming ha un’impostazione classica di associazione gioco-didattica che sempre funziona nel veicolare contenuti ai più piccoli e rende il viaggio partecipativo in otto tappe etrusche a misura di bambino con ambientazioni tipiche e senza che l’architettura a livelli risulti estenuante.
Il percorso è senza indice, con finestre di nozioni per un momento di ripasso ai bambini della primaria. Si apprende tramite l’avventura in prima persona cosa sia il bucchero, la dodecapoli, la tecnica della granulazione e la fornace, ma, nello spirito del gioco, per trovare nel taccuino degli appunti in basso a sinistra il significato di queste parole, bisogna esperirle! Se si cerca nel taccuino un significato non ancora svelato dalle scene interattive, non lo si troverà.
L’inseguimento del vaso è un valido pretesto per apprendere tradizioni e usanze e conoscere oggetti e luoghi oggi non più diffusi, c’è la raffigurazione di un tipico mercato, la necropoli con le tombe a edicola e quelle a pozzetto. S si procede così fra giochi vari e originali con tanti personaggi perfettamente calati nell’atmosfera, si prepara il vino, si ricompongono gioielli, si scambiano sacchetti di ceci, si raccolgono fichi, e si suona uno strumento a corde. Sembra non finire mai, l’attività interattiva è ricchissima. Si predispone il fuoco con la torcia per illuminare l’oscurità e per incontrare le divinità dell’oltretomba.
E infine, dopo un’intensità di attività di gioco rara in un’app ludico-didattica, per tornare a casa bisogna associare il Kantharos ritrovato alle storie dei personaggi incontrati, attribuendo la corretta frase a chi l’ha pronunciata… e vedremo se siete stati attenti!
Io ci ho dovuto pensare, ed il bello è proprio questo, che non risulti scontato: attenzione e concentrazione per divertirsi e imparare! Infine, si torna al tempo di oggi con la speranza che il mondo etrusco sia la prima app di una serie che promette bene.