Lo zoo degli animali d’autore
Petting Zoo by Christoph Niemann. Sviluppatore: Mobile Ventures mv1 – Fox & Sheep. Supporto: iPhone, iPod touch e iPad (tranne iPad 1). Richiede iOS 6.0 o superiori; Android 4.0 e superiori. Lingua: Senza testo. Prezzo: Gratis (in promozione, prezzo pieno € 0,89) iOs/ € 1,99 Google Play.
Ha disegnato copertine per The New Yorker, Time e Wired, tiene un blog sul New York Times e ha realizzato reportage illustrati dalla Biennale di Venezia e dai Giochi Olimpici di Londra. Ora Christoph Niemann, illustratore entrato nella Hall of Fame dell’Art Directors Club –per un creativo l’equivalente della stella sulla Walk of Fame di Hollywood – si cimenta con Petting zoo – lo zoo degli animali domestici, un’app che nel titolo originale richiama quelle fattorie in cui i bambini sono invitati ad accarezzare e coccolare gli animali.
I 21 animali protagonisti reagiscono infatti al nostro tocco e si trasformano l’uno nell’altro senza soluzione di continuità, in un cartone animato interattivo che ha come filo conduttore il segno grafico nero dell’autore. Come nei celebri corti de La Linea Lagostina di Osvaldo Cavandoli, tutto si trasforma in questo zoo polimorfo in cui un elefante si lava nella vasca da bagno, un bassotto balla la break dance e un coccodrillo ci permette di giocare con i suoi denti. Il tutto con l’irresistibile, talvolta sottilmente perfido humour di Niemann, che cattura bambini e adulti. Due scimmioni vestiti da calciatori osservano con sguardo ebete un pallone da calcio. La giraffa scalcia a destra e a sinistra e poi all’improvviso avvicina la testa e lecca con la sua lunga lingua tutto lo schermo. Poi si trasforma in una mazza da golf che colpisce una mela e la lancia ad una coccinella su skateboard.
Proprio qui sta il fascino di questa app delicata e imperdibile: nella sua capacità di aprire nello schermo del vostro tablet uno spazio in cui ritrovare la meraviglia dell’infanzia e credere che tutto può succedere. Anche che, se aprite una porta, ci possiate trovare un orso incastrato.
