Come usare il digitale per avvicinare i bambini ai musei
Il digitale può essere d’aiuto nel creare strumenti flessibili per rendere più accessibili grandi fondi documentari e collezioni storiche. Può inoltre prolungare nel tempo l’esperienza di visita a un museo o a una mostra temporanea, rompendo così i vincoli spazio-temporali dell’esplorazione fatta in loco e permettendo di approfondire i contenuti dell’esposizione anche successivamente, a casa propria o in classe. È in quest’ottica che vi presentiamo sei applicazioni che sono gratuite e in italiano e in francese (queste ultime forse non godibili fino in fondo da chi non mastica questa lingua). Tuttavia, indipendentemente dalla lingua, permettono a tutti di fruire di immagini e di fonti interessanti, che si prestano alla realizzazione di laboratori anche con bambini di età prescolare. Inoltre, l’intento è di mettere sotto i riflettori sei prodotti di qualità, indici di una buona pratica: di come cioè un ente – una biblioteca o un museo – possano avvalersi delle nuove tecnologie per rendere più vicine a bambini e ragazzi le proprie collezioni.
L’app del MUSE di Trento
Il Muse di Trento mira a conquistare i visitatori incentrando la propria app sui dinosauri, che da sempre affascinano non solo i più piccoli. Sviluppata da GuidiGo, pluripremiata piattaforma di storytelling digitale cha ha già utilizzato la Realtà Aumentata per catturare i visitatori di musei statunitensi e francesi, Go!MUSE è stata lanciata in estate, in occasione del quinto compleanno del museo trentino.
Utilizza il VPS – Visual Positioning Service di Google che permette al device di riconoscere l’ambiente circostante e la posizione del visitatore, accompagnandolo lungo i differenti percorsi di visita. Si punta sull’effetto stupore: inquadrando gli scheletri di dinosauri, ma anche di rettili preistorici e balene ecco comparire modelli in 3D che permettono di vedere l’aspetto in vita degli animali (in buona parte estinti) e i loro movimenti. Inoltre, è possibile vivere l’esperienza immersiva di percorrere il Big Void, il grande spazio vuoto che attraversa gli spazi espositivi scoprendolo popolato di animali.
L’app è disponibile solamente su device interni, noleggiabili al momento dell’ingresso, e arricchisce l’offerta multimediale del museo, affiancandosi a Explora MUSE, guida interattiva con più di 150 video, interviste, gallerie fotografie, repertori di oggetti e reperti della collezione che già permetteva una visita approfondita.
MusAR: l’app in AR del Museo nazionale della Certosa di Calci
Sempre la Realtà Aumentata permette di immergersi nel patrimonio del Museo nazionale della Certosa di Calci. Scaricando MusAR sul proprio device (è gratuita e disponibile sia per Android che per iOS) si può approfondire per arrivare preparati sul posto oppure continuare a goderne successivamente: una volta catturati in AR+ i diversi oggetti, l’app è interamente consultabile anche off-line.
Presenta una mappa degli ambienti, che segnala i punti in cui è attivabile la Realtà Aumentata tramite fotocamera, e un archivio che contiene schede di approfondimenti su spazi, vita dei monaci e struttura della comunità, singoli oggetti e strumenti musicali che compaiono negli affreschi. La musica fa da filo conduttore per l’esperienza immersiva: si possono esplorare quattro diversi punti che rimandano a strumenti, suoni o curiosità sempre in ambito musicale. Innazitutto, si possono far riapparire sulle pareti della cappella del capitolo i musici dell’affresco realizzato da Pietro Giarrè nel XVIII secolo e poi cancellato perché ritenuto non consono né adatto alla solennità del luogo, con un approfondimento sugli strumenti musicali e la loro evoluzione; poi è possibile sfogliare un libro corale miniato del XVI secolo con spiegazione delle caratteristiche della notazione gragoriana; ancora, inquadrare la volta della chiesa monumentale e ascoltare voci e suoni di un concerto angelico con strumenti seicenteschi. Infine, una chicca curiosa: si può interagire con una della tavole del testo de Il cantore ecclesiastico del 1713, conservato nella biblioteca della Certosa, che rappresenta la mano guidoniana o armonica, il sistema mnemotecnico che permetteva di ricordare la successione delle note musicali seguendo le falangi e le punte delle dita.
Spazi900, l’app della Biblioteca Nazionale centrale di Roma
Si chiama Spazi900 l’applicazione che permette di accedere alle collezioni della Biblioteca Nazionale centrale di Roma, in un viaggio interattivo in compagnia degli scrittori e dei poeti italiani del XX secolo. Disponibile gratuitamente su AppStore per iPhone e iPad e su Google Play, richiede l’attivazione di bluetooth e localizzazione per poter visionare in loco carte autografe, oggetti, fotografie e video che riguardano i vari autori presenti nelle diverse sale della Biblioteca nel tour proposto, mentre altri contenuti sono sempre disponibili, anche a distanza. Inoltre, è possibile ascoltare le storie degli scrittori e interagire con le installazioni mutimediali disseminate negli spazi.
Sicuramente un modo per rendere affascinanti le sale, far scoprire le carte e rendere vivi e presenti al visitatore gli autori, indagando in modo particolare la loro scrittura, facendo leva sull’idea di un contatto diretto attraverso immagini, filmati e sonoro, con riferimenti non solo alle singole opere, ma al contesto in cui si sono mossi e agli anni in cui hanno vissuto.
Gallicadabra e Fabricabrac: le app della BNF
Gallicadabra e Fabricabrac sono due applicazioni lanciate a marzo e novembre 2017 dalla Bibliothèque nationale de France nell’ottica di allargare il proprio pubblico, in particolare verso le famiglie e i bambini.
“Lo scopo è di far scoprire la diversità e la ricchezza delle collezioni della biblioteca, di far scoprire i fondi storici anche sotto una luce più prossima a qualcosa di più familiare per bambini e ragazzi, passando ad esempio dalla chimera delle miniature medievali agli universi grafici di Tolkien o di Harry Potter.”
dice Nathalie Ryser, referente del settore éditions multimédias della BnF.
Entrambe le applicazioni si scaricano gratuitamente e sono state sviluppate sia per iOS che per Android (la versione Andorid di Fabricabrac sarà rilasciata a brave). Una volta caricate, non hanno bisogno di connessione, per cui possono essere liberamente consultate anche senza rete.
Gallicadabra punta a presentare alcuni classici della letteratura per bambini, permettendo a chi la usa di sfogliare direttamente le pagine e di approfittare del testo e delle immagini come non sempre è possibile fare direttamente coi fondi storici. Dedicata a un pubblico tra 3 e 12 anni, propone trenta documenti diversi organizzati secondo la categoria di riferimento: racconti, favole, filastrocche, albi illustrati, alfabetieri, a cui si affianca una ulteriore scelta di immagini singole. Il filo rosso che lega la selezione è il tema degli animali, sempre presenti anche nei testi editi tra XIX e inizio XX secolo come quelli presentati.
Ogni categoria permette di scegliere tra le proposte scorrendole a video e di ciascuna presenta una scheda con le informazioni utili (autore, illustratore, pubblicazione, trama, linea del tempo che contestualizza storicamente l’opera) da cui accedere direttamente al testo, sfogliabile e in alcuni casi disponibile anche in versione audio.
Fabricabrac invece riprende alcuni giochi e attività della Bibliothèque numerique des enfants degli ultimi anni: qui è possibile mettersi in gioco direttamente, creando nuovi documenti partendo da quelli ospitati nei fondi storici delle BnF (in particolare mappe antiche, miniature, bestiari) da cui sono stati estrapolati elementi grafici diversi. Ci si trova di fronte a una scelta: si vuole creare un animale fantastico, un paese immaginario o comporre una frase con un alfabeto un po’ speciale? All’interno di ogni scena vengono dati elementi tra cui scegliere per comporre la propria creazione, darle un nome, e poi fotografarla e salvarla nella memoria del proprio tablet. Così per gli animali, ecco suite di musi, code, zampe, ecc.; per le carte fantastiche gruppi di sfondi, rilievi, fiumi, città, elementi di flora e di fauna, ma anche gruppi di abitanti. Gli abecedari invece permettono di comporre parole o frasi scegliendo tra stili diversi: lettere con elementi dela natura, del circo, delle favole, lettere formate da numeri.
Gli sviluppatori ne suggeriscono l’uso a partire dai 6 anni, ma l’app si presta alla fruizione da parte di pubblici diversi o in contesti differenti: ognuno può creare in totale autonomia e non è necessario saper leggere per godersi tutte le potenzialità proposte, data ‘intuitività; ne può nascere un laboratorio in classe, in biblioteca, intorno al libro antico; perché non farne un sorta di gioco di ruolo: le parti che invitano a costruire animali e soprattutto paesi possono essere l’inizio per sviluppare una narrazione, un’epopea, una saga.
Un’app alla scoperta della preistoria
La terza applicazione nasce invece in ambito museale, da un’esposizione temporanea: L’ours dans l’art preistorique è stata infatti rilasciata dal Musée d’Archéologie nationale di Saint-Germaine-en-Laye a supporto dell’omonima mostra svoltasi tra ottobre 2016 e gennaio 2017 per parlare di arte preistorica attraverso uno degli animali più emblematici del periodo: l’orso delle caverne. Già l’esposizione in sé dava molta importanza all’immersività e al coinvolgimento dello spettatore, con l’utilizzo di animazioni 3d; l’app – disponibile gratuitamente sia per iOS che per Android – è un inno alla pulizia e alla cura grafica che dà un risultato di efficienza e bellezza tale da meritare di essere sfogliata già solo per questo.
Estremamente intuitiva, fornisce informazioni, approfondimenti, riproduzioni in 3d di opere presenti in mostra e sarà sicuramente apprezzata da chi è appassionato di preistoria. La qualità del prodotto del resto non è una novità: l’app è pensata da Rmn-Grand Palais che ha all’attivo una trentina di applicazioni d’arte per tablet: qui trovate il loro catalogo digitale che ben illustra la volontà di far usufruire anche tramite strumenti come smartphone e tablet i contenuti di una mostra, per prolungarla ben al di là del suo periodo di apertura al pubblico.