Bambini e schermi: i pediatri cambiano idea
Il dibattito su quanto tempo i bambini possano passare davanti agli schermi di televisione, personal computer e tablet appassiona i genitori di tutti il mondo occidentalizzato. Affrontando questo tema in un articolo di poche settimane fa, avevamo parlato del veto assoluto espresso nel 2011 dall’Accademia Americana dei Pediatri a esporre i bambini sotto i due anni a schermi di qualsiasi tipo, che fosse quello della televisione, di un computer o di un tablet.
Il mese scorso uno dei pediatri coinvolto nella stesura di quelle linee guide (che di fatto riaffermavano posizioni già espresse nel 1999 su media e bambini), ha deciso di modificare in parte la propria opinione: “Credo che un uso giudizioso dei media interattivi da parte di bambini sotto i due anni sia accettabile”, ha scritto Dimitri A. Christakis su JAMA Pediatrics, spiegando che i bambini di questa fascia d’età possono beneficiare di app e giochi interattivi su device digitali se utilizzati tra i 30 e i 60 minuti al giorno. Christakis prende atto del fatto che le linee guida erano state scritte a ridosso della comparsa dell’iPad e che non avevano avuto modo di valutarne le potenzialità e gli utilizzi.
Pur restando il fatto che ancora non ci sono studi e ricerche che dimostrino come l’utilizzo di app e device digitali influenzino lo sviluppo del bambino, Christakis conclude che i giochi su tablet che richiedono il coinvolgimento da parte dei piccoli possono essere stimolanti come il buon gioco delle costruzioni. Il pediatra americano ha comunque successivamente precisato che i genitori devono continuare a monitorare l’utilizzo degli schermi da parte dei loro figli e che le sue parole non sono certo un incoraggiamento a lasciarceli davanti per ore e ore.
Rimane invece il divieto per i bambini sotto i due anni a guardare la televisione, considerata un’attività che li rende passivi.