C’era una volta il Principe Azzurro, la sua storia al cinema
In tempi di bambine ribelli e di principesse delle favole volitive, guerriere e prontissime all’avventura, bisognava proprio chiedersi come se la passasse il Principe Azzurro.
In effetti, è possibile che nessuno si sia mai posto la domanda di come stia un principe il cui destino è quello di far tornare in vita bellissime fanciulle per poi sposarle? Di questi tempi, poi, in cui l’emancipazione femminile è entrata alla grande anche nel mondo delle fiabe, non poteva che essere un po’ confuso. Vale quindi la pena di guardare più da vicino chi sia e di scoprire la sua storia.
C’era una volta il Principe Azzurro
Con questo intento nasce il film C’era una volta il Principe Azzurro, che nei giorni scorsi abbiamo visto in anteprima e che arriverà nei cinema il 28 di febbraio.
A conoscerlo meglio si scopre che il giovane Filippo Azzurro è sì un principe po’ farfallone e superficiale, ma anche che è l’irresponsabile vittima del sortilegio della maga Nemesi Mal d’Amore, un tempo fanciulla innamorata che ha promesso vendetta all’uomo che l’ha rifiutata, ovvero il padre del giovane Filippo.
La maledizione vuole che il giovane possieda un fascino a cui nessuna donna può resistere, e per questo nelle sue terre regna lo scontento: quello di tutti i maschi che vedono le loro innamorate cadere vittime del principe e diventare indifferenti ai legittimi fidanzati. Tra le tante ammiratrici ci sono anche tre principesse di alto lignaggio, nientemeno che Biancaneve, la Bella Addormentata nel Bosco e Cenerentola, peraltro tutte convinte di essere ormai prossime alle nozze con il principe.
A ingarbugliare la situazione è l’approssimarsi dello scoccare del 21esimo compleanno di Filippo, data entro la quale si consumerà la parte tragica del sortilegio: se Filippo non darà per allora il bacio del Vero Amore, per lui non ci sarà più modo di liberarsi della maledizione di Nemesi.
L’amore, quello vero
Sì, qui si parla di Vero Amore, perché il film vuole raccontare ai bambini che un conto è essere attorniati da fan adoranti e altra cosa è avere al proprio fianco qualcuno che ti conosce e ama veramente. Le adoratrici di Filippo inseguono infatti il loro idolo senza realmente conoscerlo, sono solo vittime di una maledizione (oggi la chiameremmo “allure mediatica”). Filippo stesso non può fare a meno di sedurle, ma in realtà inizia ad intuire che qualcosa gli manca e di non aver mai provato nella sua vita un sentimento profondo, come l’amore o l’amicizia.
E così quando incontra la ladra Lenore Quinonez, l’unica ragazza che stranamente non subisce il suo fascino, sente che in lui qualcosa si smuove, perde la sicurezza in sé e diventa ancora più fanfarone di quanto non appaia a noi che lo guardiamo al di qua dello schermo, inadeguato come è a provare a conquistare davvero una persona.
Personaggi delle fiabe tutti all’incontrario
In C’era una volta il Principe Azzurro il repertorio fiabesco è dunque tutto schierato: la strega cattiva, le principesse, il principe, una ladra, l’Amore con la A maiuscola e le canoniche tre prove da superare per trovarlo. A cambiare è il registro narrativo, che ancora una volta, come ai tempi di Shreck (con cui il film ha in comune il produttore, John H. Williams), diventa ironico e irriverente e punta a stravolgere i ruoli dei personaggi principali.
Quanto alle tre principesse in gara per sposare Filippo, raggiungono infatti il loro meglio quando – come in un video condiviso su Tik Tok – inneggiano al momento in cui impalmeranno il loro “trofeo” (il Principe) oppure quando rivelano senza troppi imbarazzi le nevrosi che si portano dietro dalle loro tragiche vite precedenti.
Un Principe Azzurro più goffo, poi, non si poteva immaginare. Filippo non sa neppure usare la spada che si porta in giro come un vezzo, non sa portare una carro e deve essere spedito a calci verso l’avventura.
Eppure, la sua ingenuità e inesperienza alla fine ci conquistano, lontane come sono dagli stereotipi tutta forza e coraggio dei principi di altri tempi. E anche la bella ladra Lenore non resterà indifferente a tanta spontaneità; del resto di destrezza con le armi, strategia e intraprendenza lei ne possiede fin troppe. Diversamente dalle protagoniste delle fiabe classiche, le manca piuttosto ciò che questo nuovo Principe Azzurro possiede: dolcezza, credulità, voglia di scoprire i sentimenti.
Tra ironia e voglia di trovare se stessi
Il nodo del film è dunque qui: aldilà di facili apparenze e predestinazioni che si sovrappongono al nostro destino, bisogna imparare a riconoscere i sentimenti e le cose che hanno valore. E per arrivarci non bastano le prediche di apprensivi papà, ma bisogna vivere esperienze, mettersi alla prova, conoscersi davvero e quindi essere generosi.
In fondo, anche questo Principe Azzurro non ci deluderà: il suo cuore è diventato grande con il tempo, non ha paura del sacrificio pur di lasciare che il vero amore prenda piede nel mondo.
In collaborazione con M2Pictures